L’Australia non vuole cancellare il primo GP della F1 2020. Ma le scuderie italiane, Ferrari in testa, rischiano blocchi alle frontiere e quarantene
Mentre la MotoGP è già stata costretta a cancellare il suo Gran Premio inaugurale in Qatar, la Formula 1 sta facendo di tutto per non seguire il suo esempio. Da Melbourne, infatti, giungono parole chiare che testimoniano l’intenzione di disputare regolarmente la prima corsa del calendario 2020, nonostante l’epidemia di coronavirus.
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“Andate al ristorante cinese, alle partite di calcio, o al Gran Premio”, taglia corto il ministro della Salute australiano, Greg Hunt, invitando alla normalità i suoi cittadini. E il suo omologo dello Stato del Victoria, Martin Pakula, gli fa eco: “Ho le ultime informazioni sia dal Commonwealth che dalla Formula One Management, che mi dicono che l’evento andrà avanti come previsto”.
Le stesse rassicurazioni le riportano anche gli organizzatori del GP: “Abbiamo i motori accesi e siamo pronti al via”, sottolinea l’amministratore delegato Andrew Westacott. “Stiamo apportando gli ultimi ritocchi al circuito, il personale e il materiale della Formula 1 arriveranno nei prossimi giorni e non vediamo l’ora di aprire i cancelli al pubblico giovedì 12 marzo”.
Italia nel mirino per il coronavirus
Eppure, proprio l’arrivo sul posto degli addetti ai lavori rischia di trasformarsi in un ostacolo non da poco. In particolare per l’ampia rappresentanza italiana della Formula 1 (che, comprende, tra le altre, aziende come Ferrari, AlphaTauri e Pirelli). Essendo il nostro il Paese con più casi confermati in Europa di coronavirus, infatti, molte nazioni hanno imposto il blocco totale all’ingresso dei nostri concittadini. E anche all’arrivo in Australia alcuni italiani sono stati costretti a rispettare un periodo di quarantena di due settimane.
Una circostanza che preoccupa non poco la Ferrari: “Dobbiamo proteggere i nostri dipendenti”, ha tuonato il team principal Mattia Binotto. “Non credo che possiamo scoprire sull’aereo quale sarà la situazione”. E il suo collega della AlphaTauri, Franz Tost, rimarca il rischio che le squadre italiane non possano essere presenti al via: “Se alcune scuderie non potranno correre, credo che sarebbe ingiusto cominciare la stagione”, ha dichiarato.
Le rassicurazioni dell’Australia
In queste ore si sta febbrilmente studiando tutte le possibili soluzioni: effettuare un tampone preventivo prima della partenza, dedicare voli aerei unicamente al personale della Formula 1, evitando così il contatto con altri passeggeri, sottoporsi alle lunghe procedure sanitarie. Ma è chiaro che servano garanzie e che a poterle fornire sono solo i governi e le autorità sanitarie locali.
“In questa fase non c’è indicazione di ulteriori blocchi agli ingressi, o che i team di Formula 1 possano non arrivare sul posto come al solito”, ribadisce l’organizzatore del Gran Premio, Andrew Westacott. Ma la situazione rimane fluida e in rapida evoluzione, anche alla luce del fatto che a Melbourne sono già stati registrati nove casi di contagio, secondo i dati riportati dall’Herald Sun.
Anche Bahrein e Vietnam a rischio
Ma i potenziali problemi, in tal senso, non riguardano solo l’Australia. La gara successiva in calendario è quella del Bahrein, dove in questi giorni si sono svolti i test di Formula 2 e Formula 3, con le scuderie italiane costrette a subire voli cancellati e attese in aeroporto di oltre cinque ore. La terza è prevista in Vietnam, dove dal 28 febbraio è imposta la quarantena obbligatoria.
Insomma, uno scenario complicatissimo e delicatissimo, che rischia di far saltare completamente tutta la prima fase extraeuropea della stagione e cominciare il campionato direttamente dal Gran Premio d’Olanda di maggio a Zandvoort. “Non presto attenzione alle voci”, ribatte il boss della Formula 1, Chase Carey. “Stiamo lavorando per disputare un campionato completo”. Ma lui stesso riconosce che ci sono “ostacoli”. Staremo a vedere.
“Io immagino che andremo a Melbourne”, chiosa Sebastian Vettel. “Ho già il biglietto dell’aereo. Dovremo aspettare ancora qualche giorno e poi ne sapremo di più”.