Se le prime tre gare del calendario 2020 di F1 dovessero essere confermate per le squadre, Ferrari in primis, potrebbe cominciare una via crucis.
Come ci avrebbe suggerito Freddie Mercury, the show must go on, ed è giusto e doveroso che sia così, sempre e comunque. A volte però voler a tutti i costi continuare va contro il buon senso. Bloccarsi e chiudersi in casa per paura di essere attaccati dal Coronavirus non è certamente l’atteggiamento migliore, ma insistere con il proseguire come nulla fosse è altrettanto sbagliato. Quello che sta per iniziare per chi lavora a vario titolo nel Circus si appresta ad essere un periodo davvero duro.
Il Baffo di Liberty Media Chase Carey, ha infatti ribadito di non aver la minima intenzione di cedere ai timori del contagio e che il campionato al via il prossimo dal 15 marzo si disputerà per intero malgrado le difficoltà. Pazienza, quindi, se ormai molte compagnie aree hanno tagliato i voli e il rischio è di rimanere bloccati nei luoghi d’arrivo. Ciò che conta è la cassa.
Da recenti comunicati pare scontato che all’Albert Park si correrà normalmente e se qualcuno aveva avanzato l’ipotesi che le scuderie, per snellire le procedure in sede di GP, si sarebbero organizzate per conto loro, la Ferrari si è sbrigata a smentire questa voce, almeno per sé.
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“Contrariamente a quanto riportato oggi da un quotidiano, non è assolutamente previsto che il personale della Scuderia che parte per l’Australia faccia alcun tampone preventivo”, la nota ufficiale.
“Pur sapendo che la situazione è in continua evoluzione, sul fronte della partenza per Melbourne e Bahrain non ci sono al momento giunte controindicazioni da nessuno degli enti con i quali siamo costantemente in contatto, ossia la FIA, F1, le autorità sia italiane e dei Paesi in questione, quindi al momento la nostra partenza è confermata”, conclude il messaggio a conferma, ad oggi, che la massima serie riprenderà a girare come niente fosse.
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Chiara Rainis