I sette team capitanati da Mercedes e Red Bull non attaccano solo la Ferrari per la presunta irregolarità dei motori, ma anche la Fia di Jean Todt
Le accuse alla Ferrari per la presunta irregolarità dei suoi motori 2019, che non è stata dimostrata ma nemmeno esclusa con certezza, sono solo una faccia della guerra scoppiata in questi giorni in Formula 1. Gli attacchi dei sette team dissidenti, capitanati naturalmente da Mercedes e Red Bull, si sono rivolti infatti anche verso l’altra contraente del tanto contestato accordo confidenziale: la Federazione internazionale dell’automobile.
-> Per restare aggiornato sulle ultime notizie di F1, MotoGP e Superbike CLICCA QUI
In particolare, le squadre rivolgono una serie di accuse circostanziate all’ente presieduto da Jean Todt. Che vanno dalla scarsa trasparenza, per via della scelta di mantenere segreto il patto con la Ferrari, all’incapacità dimostrata di far rispettare i regolamenti tecnici, controllandone anche gli aspetti più complessi e delicati, fino al presunto conflitto d’interessi: Todt non è solo un grande ex di Maranello, ma anche il padre di Nicolas, il manager di Charles Leclerc.
Insomma, un bell’intreccio di veleni. Che hanno portato il gruppo dei sette a scrivere un’altra lettera indirizzata a Place de la Concorde, a Parigi, stavolta mantenuta anch’essa strettamente riservata. In essa si chiede ai tecnici federali, diretti da Nikolas Tombazis (anch’egli un ex ingegnere ferrarista) una serie di quesiti ben precisi, sui motivi per i quali la Fia ha ritenuto di non riuscire a chiarire la completa regolarità dei motori della Rossa.
Leggi anche —> Ma il motore Ferrari era regolare o no? Non lo sa nemmeno la Federazione
Ma non solo: Mercedes, Red Bull & Co chiedono anche a Todt i motivi di questo accordo confidenziale, l’eventuale necessità di ridiscutere le classifiche del Mondiale 2019 e l’adeguatezza della Federazione a far rispettare le leggi. Insomma, un assalto diretto ai piani più alti del campionato del mondo di Formula 1, che minaccia di far scoppiare un terremoto.
Le scuderie in questione non sembrano avere alcuna intenzione di fare passi indietro, anzi, rimarcano anche a microfoni accesi la portata dello scandalo che è appena esploso: “La questione ha preso la proporzione del caso Fifa”, tuona il plenipotenziario della Red Bull, Helmut Marko, ai microfoni del quotidiano Munchner Merkur, riferendosi alle accuse di corruzione rivolte qualche anno fa all’autorità del calcio mondiale.
“Tra la Fifa e la Fia c’è solo una lettera di differenza”, attacca ancora Marko. “In qualunque altra associazione, quello di Jean Todt sarebbe stato un suicidio politico. La Fia ha gettato discredito su uno sport nel quale investiamo centinaia di milioni di euro ogni anno”.
Lewis Hamilton sta per lasciare la Mercedes per passare in Ferrari, ma dopo Interlagos ha…
La MotoGP introdurrà una grande novità nel 2025, ma Pecco Bagnaia si è detto subito…
La Lotus sembrava decisa nel puntare solamente sui modelli elettrici, ma qualcosa sta cambiando. Le…
Max Verstappen può già chiudere la battaglia mondiale sul tracciato cittadino del Nevada. L’olandese ha…
Nonostante Max Verstappen sia tornato a dettar legge in F1, non c’è una atmosfera rilassata…
Charles Leclerc non ha digerito quanto accaduto negli ultimi week-end ed ha mandato una frecciata…