Sulla scia dello scandalo Ferrari, il Consiglio mondiale del Motorsport ha invertito la tendenza degli ultimi anni e rimosso alcuni obblighi
E’ bastata una scintilla per far scoppiare un fuoco. La questione relativa al motore 2019 della Rossa e alle sue presunte irregolarità ha fatto partire una sorta di rivoluzione inattesa. Riavvolgendo il nastro per chi non avesse seguito, tutto il caos è scoppiato a seguito del patto segreto stretto tra la Scuderia di Maranello e la Federazione. Un accordo misterioso e per questo non compreso da buona parte dello schieramento, che ha portato sette squadre a chiedere formalmente dei chiarimenti. E qui un evento altrettanto criptico. Per risposta i team in questione hanno ricevuto un’ammonizione da parte del Consiglio Mondiale per aver messo in dubbio l’operato dei federali.
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Da qui, per qualche altra criptica motivazione lo stesso organo che ha punito i dissidenti ha deciso di apportare delle modifiche alle vetture 2020, già comunque testate durante i sei giorni al Montmelo. La più importante è il passaggio del peso minimo dell’auto da 745 a 746 kg a causa dell’introduzione di un secondo flussometro obbligatoriamente montato nel serbatoio. Quest’ultimo verrà monitorato direttamente dalla FIA per verificare all’istante l’eventuale superamento dei 100 kg/h imposti ad un regime di 10.500 giri al minuto.
Oltre alla maggior libertà in termini di peso della monoposto, i piloti, da Melbourne in poi, potranno tornare a sbizzarrirsi con la personalizzazione dei loro “helmet”.
E’ stato infatti rimosso il diktat che imponeva un solo ritocco stagionale per non confondere i tifosi in circuito e gli spettatori da casa. Un’apertura quanto mai legittima visto che da quando è stato inserito l’halo il driver è diventato quasi invisibile e il casco ha perso di significato per quanto concerne l’individuazione di chi è alla guida.
Insomma, sebbene non si debba pensare male, è bastata una spinosa polemica alla vigilia del campionato, per rendere più buono il Gotha dei pensanti del Circus.
Chiara Rainis
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