Dopo Mercedes e Red Bull, anche la Renault affonda sullo scandalo Ferrari: è una delle sette squadre che ha sottoscritto la lettera contro la Fia
Non ci sono solo le due dirette rivali della Ferrari, Mercedes e Red Bull, all’assalto sullo scandalo della presunta irregolarità dei motori della Rossa, a seguito dell’inchiesta chiusa con l’accordo riservato con la Fia che ha sollevato un grande malumore nel paddock.
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Tra le sette squadre che hanno sottoscritto la dura lettera in cui si chiedono chiarimenti alla Federazione internazionale dell’automobile, infatti, figurano praticamente tutti i team non spinti da un propulsore di Maranello: comprese anche le scuderie di centro gruppo. Che, benché non si contendano direttamente un piazzamento in classifica costruttori con il Cavallino rampante, non per questo hanno il dente meno avvelenato: un’eventuale squalifica della Casa modenese, infatti, farebbe scalare anche a loro di una posizione, con ovvi vantaggi in termini di premi in denaro.
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Il boss Renault attacca la Ferrari
Per questi motivi, in questo momento, prendersela con la Ferrari fa comodo a tutti. Compresa alla Renault, che nei giorni scorsi aveva fatto sentire la propria voce molto meno rispetto a Mercedes e a Red Bull, ma che alla fine ha deciso di rompere il silenzio attraverso un’intervista concessa dal suo amministratore delegato Cyril Abiteboul.
“Quello che conta per noi è capire come siamo arrivati a questo punto”, spiega il boss transalpino ai microfoni di Autocar. “Non vogliamo necessariamente che il verdetto venga modificato, ma vogliamo capire se questa decisione possa essere sfruttata anche dalle altre squadre. Il regolamento e l’accesso alle regole vanno garantiti allo stesso modo a tutti i concorrenti. Nell’accordo si parla di ulteriori misure, aggiunte alle attuali, per garantire la legalità dei motori, e vogliamo assicurarci di essere in regola”.
Una posizione piuttosto diplomatica, almeno all’apparenza, quella di Abiteboul, che però non risparmia qualche stoccata trasversale alla Ferrari e alla Fia: “Abbiamo scritto un documento e la Fia ci ha risposto, il che conferma che c’era qualcosa di poco chiaro”, prosegue. “Altrimenti non avrebbero chiuso un accordo del genere. Ora parleremo nuovamente con gli altri sei team, perché la risposta della Federazione non è in linea con ciò che avevamo chiesto. Non credo che ci sia l’intenzione di proseguire questa vicenda per vie legali. Vogliamo fare in modo che sia la Federazione che la F1 facciano luce su questa storia, per potercela mettere alle spalle. E per riuscirci abbiamo bisogno di determinate rassicurazioni”.