Il plenipotenziario della Red Bull, Helmut Marko, si dichiara scettico nei confronti dell’emergenza coronavirus: “Si esagera a raccontare i rischi”
Anche il paddock della Formula 1 si divide di fronte all’emergenza coronavirus. C’è chi, come il boss della Renault, Cyril Abiteboul, aveva già espresso tutti i suoi timori: “Ovviamente sono preoccupato”, aveva dichiarato nei giorni scorsi ai microfoni della tv francese Canal Plus. “Ora mando in giro i miei ragazzi e chissà, qualcuno potrebbe essere contagiato. Credo che la Formula 1 stia prendendo questa situazione troppo alla leggera. Dobbiamo essere responsabili, anche a livello di sport. Voglio anch’io gareggiare, ma non voglio correre rischi”.
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Dall’altro lato ci sono invece quelli che ritengono che tutta questa situazione sia stata eccessivamente amplificata, e a capitanare il fronte degli scettici c’è il plenipotenziario della Red Bull, Helmut Marko. “Credo che dobbiamo dare una testimonianza”, ha spiegato alla rivista specializzata austriaca Speed Week. “Questo virus, che non presenta assolutamente i rischi che vengono istericamente raccontati, può distruggere la vita pubblica”.
Nessun timore per Helmut Marko
Come suo solito, l’ex pilota, oggi dirigente dei Bibitari, parla chiaro: “Credo che tutta questa discussione sia stata esagerata. È come un’influenza, i morti sono per la maggior parte di vecchiaia o di malattie preesistenti. Pensate a quante persone si prendono l’influenza ogni anno: il pericolo non è superiore. Il problema è la quarantena. Dobbiamo contrastare l’allarmismo dei politici e non sostenerlo. Dobbiamo pensare positivo e cercare di mandare avanti i Gran Premi in modo piuttosto normale”. Ed è proprio questa la stessa atmosfera che in questi giorni Marko ha respirato al suo arrivo a Melbourne: “La situazione qui in Australia sembra piuttosto normale. Anche il Bahrein non è un problema: si terrà a porte chiuse, ma non ci sono mai stati molti spettatori”.
Helmut non teme nemmeno i bloNcchi agli spostamenti intervenuti in Italia, dal momento che i dipendenti delle squadre hanno ricevuto comunque il permesso di viaggiare: “La maggior parte del team AlphaTauri è già qui. La situazione è fastidiosa, ma risolvibile. Le macchine e il materiale sono in Australia, la maggior parte dei meccanici sono arrivati: non vedo problemi. E se una o due persone non riuscissero ad arrivare, questo non metterebbe comunque in pericolo la gara”.
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