Coronavirus nel paddock della Formula 1: tre addetti ai lavori in isolamento

Due uomini della Haas e uno della McLaren sono in isolamento per sintomi sospetti di coronavirus. Ma il Gran Premio d’Australia prosegue come previsto

Un membro della McLaren nel paddock di Melbourne per il Gran Premio d'Australia di Formula 1 (Foto William West/Afp/Getty Images)
Un membro della McLaren nel paddock di Melbourne per il Gran Premio d’Australia di Formula 1 (Foto William West/Afp/Getty Images)

L’emergenza coronavirus si fa largo anche nel paddock del Gran Premio d’Australia di Formula 1. Due uomini della Haas e uno della McLaren hanno infatti manifestato sintomi compatibili con il Covid-19 e per questo motivo sono stati messi in auto-isolamento precauzionale nei loro rispettivi alberghi.

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I tre addetti ai lavori sono stati anche sottoposti al tampone, all’interno di un centro di isolamento speciale predisposto per l’occasione nel circuito dell’Albert Park, per conoscere se siano effettivamente positivi o meno al virus. I risultati dovrebbero arrivare nei prossimi giorni: “Attualmente non abbiamo una scadenza definitiva”, spiega un portavoce della McLaren.

Le precauzioni anti coronavirus a Melbourne

Le squadre, tuttavia, continuano il loro lavoro secondo i programmi consueti, nonostante la tensione stia lievitando, anche alla luce del contagio confermato all’Albert Park Hotel. Inutile dire che eventuali casi di coronavirus all’interno dei team potrebbero mettere a rischio l’intera stagione 2020.

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Per questo fine settimana sono state previste misure precauzionali eccezionali: strutture nel paddock per controllare e mettere in quarantena, laddove necessario, chiunque mostri dei sintomi sospetti, ma anche la cancellazione di tutte le conferenze stampa, per evitare assembramenti di persone in spazi chiusi, oltre che di tutte le sessioni di autografi, trasformate in domande e risposte con i tifosi. In tutti gli eventi è stata disposta una distanza di sicurezza di almeno due metri tra i piloti, i giornalisti, i fotografi e il pubblico.

Quelli che vogliano fermare la Formula 1

Ma c’è chi sostiene che anche queste precauzioni potrebbero non rivelarsi sufficienti: “Ci siamo presi un rischio straordinariamente grande per disputare una gara automobilistica”, lamenta John Daley, amministratore delegato del think tank pubblico australiano Grattan Institute. “Questa decisione rischia di portarci da una situazione a virtualmente zero contagi ad una in cui saremo costretti ad interrompere molte attività per evitare la morte di molte persone. Ciò che ha detto il governo, in pratica, è che il valore del Gran Premio d’Australia è più grande dei costi potenziali di questo rischio”.

E la protesta continua a montare, tanto che un aereo privato nel cielo sopra Melbourne ieri ha scritto un messaggio molto visibile e inequivocabile: “Stop F1”, ovvero “Fermate la F1”. Invece, mentre in tutto il mondo continuano ad essere cancellati praticamente tutti gli eventi sportivi, il massimo campionato a quattro ruote intende andare avanti. “La vita prosegue, con le necessarie precauzioni”, ha ribadito l’organizzatore della gara, Andrew Westacott, continuando ad allontanare l’ipotesi della cancellazione del Gran Premio o della disputa a porte chiuse.

Un membro della Haas nel paddock di Melbourne per il Gran Premio d'Australia di Formula 1 (Foto William West/Afp/Getty Images)
Un membro della Haas nel paddock di Melbourne per il Gran Premio d’Australia di Formula 1 (Foto William West/Afp/Getty Images)
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