Il patron della MotoGP, Carmelo Ezpeleta, difende Valentino Rossi anche di fronte alla deludente stagione 2019: “Non è questione di età”
“Valentino ha dei meriti straordinari, ha portato molte persone ad appassionarsi alle moto, e non se ne andranno neanche quando si ritirerà. Inoltre rimarrà presente nel campionato, dopo il suo abbandono alle corse, perché ha i suoi team e la sua Academy”. A togliersi il cappello di fronte a Valentino Rossi è Carmelo Ezpeleta in persona, il patron del Motomondiale.
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Il grande boss della MotoGP, infatti, difende il fuoriclasse di Tavullia, anche di fronte alla crisi che ha attraversato nella scorsa stagione: “Non sono deluso dai suoi ultimi risultati, e nemmeno da quelli di Lorenzo”, ha raccontato nel corso di una lunga intervista concessa ai microfoni del quotidiano sportivo spagnolo As. “Lorenzo, a volte, non vede con chiarezza i problemi a livello mentale, e Rossi, alla sua età, sale ancora sul podio e ottiene delle pole position. Ok, non vince più, ma guardate Sainz, che a 57 anni riesce ancora a trionfare. Non è questione di età, ma del fatto che Marc mette tutti sotto grande pressione. Nei test di Sepang tutte le Case erano racchiuse in otto decimi, perciò il livello e l’equilibrio sono molto alti. Rossi andrà avanti a correre finché si divertirà. Fino a quando? Né Rossi né io ci chiediamo a che età ci ritireremo”.
Ezpeleta non teme il coronavirus
L’argomento principe dell’intervista è stato ovviamente, però, l’epidemia di coronavirus, che ha già costretto l’organizzazione a cancellare la gara di MotoGP in Qatar e a rinviare quelle in Thailandia e negli Usa: “Vedremo quante gare del calendario dovranno essere rimandate, ma il Mondiale di MotoGP si terrà, a tutti i costi”, rassicura Ezpeleta. “Ad oggi l’inizio è previsto per il 19 aprile in Argentina, anche se ci potrebbero essere altre sorprese”.
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Don Carmelo cerca di normalizzare la situazione: “Ci sono quattrocento italiani solo in MotoGP, perciò dovremo rimandare le date necessarie. Altrimenti cosa dovrei fare, arrendermi? Al momento ci sono italiani in pista nei test di MotoE a Jerez e non è successo niente. Rinviamo le gare, se necessario correremo in luoghi caldi durante l’inverno. Al momento stiamo vivendo il momento peggiore di questa crisi, ma arriverà un giorno in cui la situazione migliorerà. Altrimenti il problema non saranno più le moto o gli altri sport, ma il cibo. Questa domenica la Formula 1 correrà in Australia, poi in Bahrein a porte chiuse. Non vogliamo correre senza pubblico, ma se fosse necessario lo faremo. In Qatar penso che avremmo potuto correre, la settimana scorsa, e non ci sarebbero stati problemi se fossimo partiti due giorni prima”.
L’intenzione della Dorna, dunque, resta quella di svolgere regolarmente la stagione 2020: “Come la F1, noi viviamo per correre”, ribadisce Ezpeleta. “La decisione più facile sarebbe quella di fermarci fino al prossimo anno, ma questo andrebbe alle spese di 4500 persone del paddock. Tutte e tre le categorie verranno pagate per il GP del Qatar, anche se la MotoGP non ci ha corso. E anche per quelli di Austin e della Thailandia, perché si terranno in altre date. Io vengo pagato per correre e lo farò finché posso, lo faccio da tutta la vita. Quello che sta accadendo è la circostanza più difficile che abbia mai vissuto, a parte ovviamente le morti dei piloti. Perciò, se necessario, pensiamo di allungare il calendario fino a dicembre. Situazioni eccezionali richiedono misure eccezionali, a meno che non ci impongano di fermarci”.