Anche i piloti si dividono sulla scelta della Formula 1 di correre il GP d’Australia nonostante il coronavirus. Hamilton e Raikkonen non sono d’accordo
“Molto sorpreso”, addirittura “scioccato”. Questi sono gli aggettivi usati da Lewis Hamilton per descrivere il suo stato d’animo alla vigilia del Gran Premio d’Australia di Formula 1. Un evento che sta insistendo a proseguire come se nulla fosse, nel pieno della pandemia di coronavirus, mentre nel resto del mondo i principali campionati sportivi, dalla Serie A italiana di calcio alla Nba americana di basket, hanno deciso di fermarsi.
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“Sono molto, molto sorpreso che siamo tutti qui”, ha ammesso il campione del mondo in carica durante la conferenza stampa ufficiale del giovedì. “È grandioso tornare a correre, ma per me è scioccante che siamo tutti seduti in questa sala stampa. Sembra che il resto del mondo stia reagendo, anche se forse con un po’ di ritardo. La Nba è già stata sospesa, ma la F1 continua”. E il motivo lo spiega lui stesso, con disarmante schiettezza, in quattro parole: “Il denaro è il re”.
Lo spettacolo deve andare avanti, dunque. A tutti i costi. Anche se tra gli addetti ai lavori della Formula 1 sono stati riscontrati dei sospetti di contagio da coronavirus, che per ora riguardano almeno due team, la Haas e la McLaren. Nel paddock sono state previste misure precauzionali, come la cancellazione della sessione di autografi, la limitazione delle interazioni tra piloti e tifosi e la cancellazione di tutte le interviste televisive collettive. E il compagno di squadra di Hamilton, Valtteri Bottas, a differenza del suo vicino di box, confida invece che queste soluzioni possano risultare sufficienti.
“È davvero, davvero bello essere qui e, speriamo, andare a correre”, dichiara il finlandese. “Ma non sono un esperto di geopolitica. Quello che stiamo facendo come squadra è tenerci aggiornati, ci sono delle persone che monitorano la situazione, la sicurezza del personale, dei tifosi e di tutti coloro che sono coinvolti in questo evento, perché è molto importante. Sono sicuro che abbiano preso in considerazione le circostanze e che, se saranno previsti ulteriori protocolli per questa o altre gare, verranno predisposti per buoni motivi. Non so cos’altro dire, a parte che non vedo l’ora di correre: se ce lo permetteranno ne sarò molto contento”.
Tra i contrari alla decisione della Formula 1 di correre come di consueto in Australia c’è anche il pilota della Alfa Romeo, Kimi Raikkonen. “Non so se sia la cosa giusta essere qui”, ha risposto. “Probabilmente no, ma non spetta a noi decidere. Credo che, se la scelta fosse dipesa solamente dal team, non ci troveremmo qui”.
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