La F1 ha chiuso i battenti a Melbourne lasciando tanti tifosi delusi. Alcuni team però a quanto pare volevano continuare a correre.
La giornata di ieri è stata forse una delle pagine più grigie della storia della F1, che ha prima costretto i team ad andare in Australia per correre, salvo poi decidere di annullare il tutto poche ore prima che le vetture scendessero in pista.
Una situazione bizzarra e imbarazzante. Nella giornata di ieri mattina è emersa la notizia che un membro del team McLaren era stato trovato positivo al Coronavirus. Poco dopo la scuderia inglese, attraverso una nota, ha annunciato che si sarebbe ritirata dalle competizioni.
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Carey: “Situazione in evoluzione”
A quel punto, durante la notte australiana tutti i team principal si sono riuniti per decidere cosa fare in vista del weekend e dopo qualche ora di discussione hanno partorito, di comune accordo con organizzatori e FIA, la notizia di annullare completamente il Gran Premio.
Naturalmente l’evolversi della situazione ha portato danni economici immani a tutto il movimento che in pratica ha trasportato vetture e l’intero paddock a Melbourne, salvo poi smontare tutto a poche ore dalle prime prove libere dell’anno.
Alcuni tifosi delusi si aggiravano ancora nei dintorni del paddock quando Chase Carey, giunto d’urgenza con un aereo in Australia ha indetto una sorta di conferenza stampa all’aperto per parlare con tutti i giornalisti, anche quelli non accreditati al GP della questione: “Ci sono stati molti eventi. Questa è una situazione in evoluzione e quattro giorni fa le cose erano diverse. Non è stato semplice, ma alla fine siamo giunti ad un accordo”.
Come riportato da “Motorsport.com”, in verità è emerso che Red Bull, Alpha Tauri e Racing Point volevano correre. La situazione a quanto pare sarebbe stata sbloccata da Mercedes che si sarebbe opposta categoricamente al normale svolgimento del GP. La stessa Ferrari si sarebbe messa di traverso in tal senso. Insomma i top team, con l’esclusione della Red Bull, avrebbero dato il definitivo spintone affinché venisse annullato il GP.
Antonio Russo