Rinviati tutti i Gran Premi fino a quello di Montecarlo (forse) o di Baku (probabilmente), la Formula 1 ristudia un calendario che duri fino a dicembre
Ormai ufficialmente saltate le prime tappe del Mondiale 2020, la Formula 1 tenta di trovare il suo “piano B”. Ovvero, augurandoci che l’emergenza coronavirus venga definitivamente superata nell’arco di qualche settimana, di ridefinire il proprio calendario in modo tale da permettere comunque lo svolgimento della maggior parte degli appuntamenti previsti.
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Anche se per questo sarà necessario correre praticamente tutto d’un fiato per l’intera estate, sacrificando anche la pausa d’agosto, e arrivando addirittura fino a dicembre. Un superlavoro per le squadre, per giunta nello stesso periodo in cui verranno parallelamente portati avanti anche i progetti per le monoposto 2021, figlie della rivoluzione regolamentare.
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Partiamo dall’unico dato certo: il comunicato stampa diramato ieri, che parla di “fine maggio” per l’inizio del campionato. Tradotto: cancellato il Gran Premio d’Australia, rimandati quelli di Bahrein, Vietnam, Cina, Olanda e Spagna, si tenterà invece di mantenere nella sua data attuale quello di Montecarlo, previsto per il 24 maggio.
Ma, a dire il vero, anche questa speranza sembra appesa ad un filo. Se anche la tappa più famosa del calendario dovesse soccombere, non verrebbe però recuperata: sia perché chiudere per una settimana le strade del Principato di Monaco in piena estate è impensabile, sia perché pur essendo la gara più antica è anche la più sacrificabile, perché è l’unica dalla quale Liberty Media non percepisce una quota economica per correre.
L’ipotesi più probabile è dunque quella che si cominci dalla gara successiva: Gran Premio d’Azerbaigian, a Baku, il 7 giugno. A quel punto si proseguirebbe come da programmi originari con i Gran Premi del Canada (14 giugno), di Francia (28 giugno), d’Austria (5 luglio), di Gran Bretagna (19 luglio) e d’Ungheria (2 agosto). A quel punto, ad agosto, gli organizzatori del Mondiale sarebbero pronti a derogare al mese di ferie obbligatorie e di chiusura delle fabbriche normalmente imposto ad agosto.
E così si libererebbero tre weekend (quelli del 9, del 16 o del 23 agosto) utili a recuperare sicuramente almeno la gara di Zandvoort e forse anche quella di Barcellona. Poi si svolgerebbero, sempre nell’ordine previsto, i Gran Premi del Belgio (30 agosto), d’Italia (6 settembre), di Singapore (20 settembre), di Russia (27 settembre), del Giappone (11 ottobre), degli Stati Uniti (25 ottobre), del Messico (1° novembre) e del Brasile (7 novembre). Arriviamo così a metà novembre: da quel momento in poi si potranno riprogrammare le trasferte in Asia. Nell’ordine, con ogni probabilità, Cina, Vietnam, Bahrein (probabilmente il 6 dicembre), per concludere sempre ad Abu Dhabi (probabilmente il 13).
Paesi caldi, dove disputare un Gran Premio perfino a ridosso di Natale non sarebbe un problema dal punto di vista climatico e delle temperature. Si arriverebbe così al termine, più o meno regolare, della stagione più turbolenta nella storia della Formula 1. Sempre che questa strategia predisposta dai piani alti del massimo campionato automobilistico si riveli davvero realizzabile.
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