Il direttore generale di Ducati Corse, Gigi Dall’Igna, dalla quarantena nella sua casa di Schio si prepara all’inizio ritardato del Mondiale MotoGP 2020
“Sono qui con la famiglia, come immagino tutti gli italiani. L’umore non è altissimo, la situazione non è facile, avrei preferito che tutto fosse come al solito, con il Mondiale già in corso: non possiamo fare altro che accettarlo”. Anche Gigi Dall’Igna, il direttore generale di Ducati Corse, è costretto in quarantena come tutti i nostri connazionali.
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Nella sua casa di Schio passa del tempo con i suoi cari, facendo lavoretti in casa, cucinando e allenandosi a basket con sua figlia: “Questo è un momento in cui vale la pena riscoprire la famiglia come valore importantissimo”. Ma una parte del suo tempo continua, anche a porte chiuse e a Motomondiale fermo, ad essere dedicato alla sua beneamata Rossa di Borgo Panigale.
“Lavoro da casa per quello che è possibile”, racconta in una video intervista ai microfoni di Sky Sport. “Stiamo cercando di sistemare alcune cose che non erano andate bene nell’ultimo test, anche se la maggior parte dei tecnici non è attiva. Ci stiamo concentrando sulle delle cose che dovremo congelare già dalla prima gara: mi riferisco all’aerodinamica, sulla quale possiamo ancora intervenire in qualche modo”.
Ma se la Ducati si può teoricamente giovare di questo tempo supplementare concessole per lo sviluppo tecnico della Desmosedici, ci sono altri suoi avversari che, dal punto di vista dell’ingegnere veneto, trarranno ulteriori vantaggi da questa pausa forzata. “Io credo che Marc Marquez ne trarrà un beneficio, perché era quello che fisicamente doveva recuperare di più”, spiega Dall’Igna. “Con questi mesi di ulteriore preparazione sarà più pronto. Lo stop lascia spazio a qualche costruttore, che aveva avuto problemi sotto il punto di vista delle prestazioni e dell’affidabilità, ci sarà tempo per intervenire. Mi riferisco alla Honda sicuramente, ma anche all’Aprilia, che aveva migliorato abbastanza la moto, ma aveva qualche problema di affidabilità e potrà correre ai ripari da questo punto di vista”.
Il boss sportivo della Casa bolognese è però convinto che, passata l’emergenza della pandemia, la stagione delle due ruote potrà riprendere regolarmente: “La situazione si sta aggravando giorno dopo giorno”, commenta. “È stupido fare programmi oggi, perché domani bisognerebbe giocoforza cambiarli. Sono fiducioso che le 13 gare che servono per poterlo definire campionato del mondo si riescano a fare”.
Anche a costo di correre senza spettatori: “In questi casi bisogna prendere il male minore e le gare a porte chiuse secondo me lo sono. Gli appassionati di moto potrebbero vedere i Gran Premi da casa. Non sarà la stessa cosa ed avrà un sapore strano ed innaturale. Ma siamo in emergenza: ben vengano le gare a porte chiuse”.
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