Il Coronavirus non solo ha sconvolto i programmi della F1, ma potrebbe anche mandare in crisi le scuderie e ora la rivoluzione tecnica del 2021 è bloccata.
Con l’inevitabile taglio a molte delle gare inizialmente in programma nel calendario 2020 del Circus, scenderanno anche i premi in denaro che Liberty Media potrà concedere ai team.
Come sostenuto dal team manager della Haas Gunther Steiner anche stare a casa ha un costo. Se da un lato non doversi recare in circuito riduce le spese, dall’altro porta un taglio alle casse della massima serie a ruote scoperte di oltre 25 milioni di euro.
E se per adesso dopo la cancellazione dell’Australia, si sa soltanto che Cina, Bahrain e Vietnam verranno ricollocate a data da destinarsi, mentre Spagna, Monaco e Olanda potrebbero saltare del tutto nonostante le rassicurazioni dei vari promoter, il boss della Racing Point Ormar Szafnauer teme di dover rinunciare a parte della torta.
“Non possiamo che immaginarci che le entrate distribuite alle varie squadre saranno minori”, ha affermato allarmato.
Una preoccupazione questa, condivisa anche dal responsabile sportivo dell’ente proprietario della F1 Ross Brawn.
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“Tutte le equipe sopravvivono grazie ai finanziamenti provenienti dalle competizioni. Restare fermi avrà senz’altro un impatto sul loro budget futuro, così come sul nostro sport. Ogni corsa persa porta a delle ripercussioni”, le parole chiare e schiette dell’ex stratega Ferrari.
A fronte di questo tonfo economico sono molte le domande da porsi. Ad esempio cosa ne sarà del progetto rivoluzionario fissato per il 2021. Secondo quanto riportato da Motorsport il meeting telefonico avvenuto tra i team questo mercoledì ha sancito che non se ne farà niente fino al 2022.
Chiara Rainis