Alonso attacca il governo spagnolo per la gestione del coronavirus. L’ex ct spagnolo Del Bosque ribatte: “Ma lui paga le tasse all’estero”
Da una parte Fernando Alonso, già due volte campione del mondo di Formula 1. Dall’altra Vicente del Bosque, ex allenatore di calcio e storico commissario tecnico della nazionale spagnola. Al centro, la gestione dell’emergenza coronavirus da parte del governo iberico.
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Si è scatenato un vero e proprio scontro a distanza tra i due leggendari sportivi, connazionali ma divisi dalla fede politica, negli ultimi giorni attraverso i mezzi di comunicazione. Ad innescare la polemica è stato Alonso, che venerdì scorso, quando il governo di Pedro Sanchez non aveva ancora decretato lo stato di crisi, lo aveva attaccato pesantemente.
“Sono sbalordito del fatto che dica che reagiremo quando si evolverà l’emergenza sanitaria (sarà diversa in Spagna?)”, scriveva l’ex ferrarista su una Instagram Story. “Che le persone che manifestano sintomi evitino di uscire (e gli altri al parco, al bar?). Che ciascuna regione decida autonomamente (non si mettono in mezzo neanche volendo)”.
La sua posizione è stata condivisa da molti follower, ma anche criticata da altri, che ricordavano che, pur essendo nato nelle Asturie, per anni Alonso ha avuto la residenza fuori dalla Spagna: prima in Svizzera e poi a Dubai, entrambe nazioni con un fisco molto favorevole. E, dunque, non contribuisce con le sue tasse alla sanità pubblica spagnola. Fernando non è sembrato molto colpito da queste critiche, tanto che a due giorni di distanza è tornato ad applaudire le misure precauzionali restrittive decise dalla Cina e a stigmatizzare quelle molto più blande della Spagna.
Ma a rilanciare l’opposizione ad Alonso ci ha pensato lunedì proprio Del Bosque, intervenendo ai microfoni della trasmissione El Partidazo in onda su Cope e su Radio Marca. L’ex ct ha inviato un messaggio indiretto, ma molto chiaro, che tra le righe era evidentemente indirizzato proprio al pilota.
“Ho visto qualcuno che protesta ancora perché le cose sono state gestite male”, ha commentato, “perché le misure precauzionali sono state rimandate, e poi vedo che questo qualcuno risiede all’estero. Non ce l’ho con nessuno in particolare, sto parlando in generale. Si tratta di un problema molto complicato e dobbiamo comprendere le autorità”, ha concluso l’allenatore.
A quel punto non si è fatta attendere la nuova risposta di Alonso, sempre su Instagram: “Avevo postato per sensibilizzare la gente sull’importanza di stare a casa”, ha scritto. “Non so niente del virus. Che nessuno si preoccupi: non mi interesserò più della cosa”. E, ad un utente che insisteva sulla sua residenza all’estero: “Informati meglio, così come sul fatto che do lavoro a 36 persone”, ha ribattuto.
In effetti Alonso ha riportato dal 2011 la sua residenza fiscale in Asturia e, nella stessa provincia, ha fondato ben due imprese: una per gestire il proprio circuito, l’altra per produrre abbigliamento sportivo. Basterà questa precisazione a chiudere la polemica?
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