La MotoGP emana una direttiva: dal 25 marzo stop allo sviluppo tecnico di motori e aerodinamica. Con questa decisione si evitano disparità tra le Case
Non è una decisione drastica come la chiusura totale delle fabbriche decisa dai “cugini” a quattro ruote della Formula 1. “Sarebbe stato difficile da controllare”, riflette il direttore tecnico della Aprilia, Romano Albesiano. Ma comunque ora anche la MotoGP si muove nella stessa direzione.
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Venerdì sera è arrivata una direttiva del responsabile tecnico del Motomondiale Danny Aldridge (anticipata nel pomeriggio al telefono dal patron Carmelo Ezpeleta in persona) che impone il congelamento dello sviluppo dei motori e dell’aerodinamica della classe regina al prossimo 24 marzo. “In Qatar non si sono congelati i motori perché non essendo presenti non era possibile consegnare i manichini, ma questa è la soluzione più logica”, conferma il direttore generale di Ducati Corse, Gigi Dall’Igna, alla Gazzetta dello Sport.
Congelato lo sviluppo tecnico della MotoGP
Questo significa che, come sarebbe dovuto avvenire a Losail se si fosse corso, entro mercoledì Honda, Ducati, Yamaha e Suzuki dovranno consegnare alla Federazione motociclistica internazionale il propulsore e il primo kit aerodinamico da omologare. Lo sviluppo, insomma sarà completamente congelato. Una decisione intesa ad evitare le disparità tra i costruttori: mentre infatti le Case giapponesi continuano a lavorare a pieno ritmo, quelle europee hanno rallentato o addirittura chiuso del tutto i reparti corse.
“Noi non stiamo lavorando ufficialmente da venerdì 13, c’erano un po’ di ultimi strascichi questa settimana per chiudere alcune attività, per il resto tutta Ducati è chiusa per ferie. Io da casa più che qualche videoconferenza col board Ducati e persone del Motomondiale non ho fatto”, prosegue Dall’Igna. “Qui in Italia non possiamo lavorare, mentre in Giappone sicuramente lo stanno facendo. È stata una cosa di buonsenso, non ci voleva molto ad arrivarci, per evitare di creare una disparità troppo grande”.
La decisione non riguarda invece Aprilia e Ktm, che hanno diritto per regolamento alle cosiddette concessioni, tra le quali lo sviluppo libero del motore anche a stagione in corso. “È stata una mossa corretta, anche se a livello di motori non ci tocca”, concorda però anche Albesiano.
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