Claude Michy, organizzatore del Gp di Le Mans, anticipa che la gara francese verrà quasi certamente rinviata a metà giugno. Ma il rischio è che possa essere annullata.
Dopo l’annullamento delle prime gare nel calendario MotoGP, si teme per i Gran premi di Jerez (3 maggio), Le Mans (17 maggio) e Mugello (31 maggio). L’organizzatore del GP di Francia, Claude Michy, ammette in un’intervista a “L’Equipe” che il round probabilmente verrà rimandato: “Al momento è molto improbabile che il Grand Prix si svolgerà a metà maggio come previsto”.
Una situazione che lascia prevedere uno slittamento dell’inizio del Mondiale a giugno, nella migliore ipotesi. Magari in Catalunya il 7 giugno: “Ero al telefono con Carmelo Ezpeleta (CEO di Dorna) e la linea di fondo della nostra conversazione era che il virus era al comando. Decideremo cosa fare nella prima settimana di aprile. Non c’è nessuno motivo per sbrigarsi”, ha annunciato Michy. “Il motociclismo è uno sport internazionale e per organizzare un GP tutti i partecipanti e le squadre devono essere in grado di viaggiare. Il pubblico deve anche avere accesso all’autodromo, perché un Grand Prix è una festa”, spiega il promotore di Le Mans.
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Da escludere una gara senza pubblico, almeno per quanto concerne il Gran Premio di Le Mans: “Se molte partite di calcio vengono giocate a porte chiuse, è solo a causa dei diritti televisivi. Se non li avessero, non ci sarebbe calcio professionistico. Ma per quanto riguarda lo sport motociclistico, posso dire che non c’è gara senza pubblico”. Il fatto che un Gran Premio possa aver luogo dipende anche da aspetti finanziari, “perché se l’economia globale si ferma, non avremo un campionato, perché sponsor, clienti e partner saltano fuori”.
La speranza è di poter rinviare il round francese al 14 giugno, ma bisogna fare i conti con le decisioni dei vari governi. “Tutto dipenderà dalla situazione sanitaria di emergenza”, afferma Michy. “Ma non credo che sarà impossibile. Se non riusciamo a posticiparlo a giugno, sarà molto complicato recuperare”. La priorità è salvaguardare il Mondiale 2020, anche con una decina di gare. Altrimenti, Michy teme conseguenze fatali: è in gioco “il futuro di questa competizione e della squadra, e se vogliamo avere un campionato nel 2021, dobbiamo averne uno nel 2020”.
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