I costruttori della MotoGP hanno fornito alla Federazione i loro campioni di motori e i disegni digitali dell’aerodinamica per l’omologazione
Il tempo per lo sviluppo dei motori e dell’aerodinamica, per le Case di MotoGP, è ufficialmente finito. Nonostante la cancellazione, per la classe regina, del Gran Premio inaugurale della stagione in Qatar, tappa in occasione della quale sarebbero stati omologati i propulsori per l’intero anno e la prima delle due carene, infatti, Dorna ha chiarito che il weekend di Losail verrà comunque considerato come data d’inizio ufficiale del campionato.
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Ovvero, la data in cui scattano le regole per l’omologazione. L’organizzazione del Motomondiale, in accordo con la Federazione motociclistica internazionale e le associazioni dei team Irta e dei costruttori Msma hanno deciso che, per ragioni di equità, questa omologazione dovrà essere svolta da remoto e in forma digitale già in questi giorni.
“In normali circostanze”, si legge nel comunicato stampa diramato oggi dalla Dorna, “le Case hanno due opzioni: fornire una lista di componenti campione del motore, da usare come metro di paragone con i propulsori montati nel corso della stagione per verificare che non ci sono stati cambiamenti, oppure fornire i disegni digitali. Normalmente, ogni Casa sceglie di fornire o un intero motore campione o un campione di tutte le componenti”.
La MotoGP omologa motori e aerodinamica
L’unico costruttore che ha fornito tutte le parti del proprio motore in Qatar è stata la Honda, mentre tutti gli altri non sono stati in grado di farlo per via delle circostanze eccezionali, e quindi hanno inviato il loro motore campione all’organizzazione in un secondo momento. “Dovranno essere forniti”, spiega la nota, “anche i disegni digitali della prima carena aerodinamica, e anch’essa dovrà essere omologata in modo che rispetti le restrizioni tecniche previste dal regolamento”.
La Dorna conclude ricordando che lo sviluppo di tutte le altre parti della moto non soggette a omologazione può proseguire, come accade ogni anno. A differenza della Formula 1, infatti, la MotoGP “non ha mai preso in considerazione un periodo di chiusura delle fabbriche, in alcun momento dell’anno, in primo luogo per la difficoltà di far rispettare una regola del genere”.