Con il recente annuncio di Baku e quello atteso del Canada, la F1 del 2020 rischia di non partire prima di fine giugno.
Il timore di spendere montagne di soldi per niente ha prevalso e come già si vociferava nel pomeriggio di ieri questo lunedì è arrivata la conferma. L’Azerbaijan, sulla scia di Bahrain, Vietnam, Spagna e Olanda ha deciso di mettere in stand-by a data da destinarsi il suo GP.
Sulla carta il round sul Mar Caspio in programma il prossimo 7 giugno avrebbe dovuto essere il primo di una stagione martoriata dall’emergenza Coronavirus, ma ora che pure questa possibilità è stata archiviata, i punti interrogativi diventano molti.
A quanto pare Montreal, che avrebbe dovuto ospitare il Circus giusto una settimana dopo Baku, avrebbe avanzato il proposito di rinviare l’appuntamento, considerato che mentre l’Italia è già da febbraio alle prese con il COVID-19, gli altri Paesi stanno cominciando a subire solamente adesso le conseguenze della diffusione del contagio.
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Cosa succederà quindi alla F1? Assisteremo mai a delle corse che non siano virtuali e con piloti che non centrano nulla con quelli ufficiali?
Ad oggi è impossibile dare un responso. Stando al calendario il primo evento disponibile sarebbe la Francia e da lì le notizie sembrano un po’ più confortanti malgrado l’attuale divieto di assembramenti.
“Non si possono fare dei piani tre mesi in anticipo”, ha dichiarato il responsabile del gran premio del Paul Ricard Eric Boullier. “Dal canto nostro restiamo in attesa in quanto la sicurezza resta la priorità”.
E se dall’Austria, fissata per il 5 luglio tutto tace, dall’Inghilterra fanno sapere che in caso di cancellazione della manifestazione chi ha già proceduto ad acquistare il biglietto verrà rimborsato in toto.
Chiara Rainis