Angel Charte, capo dei servizi medici MotoGP, è impegnato in prima linea in ospedale a Barcellona per curare le persone affette da coronavirus Covid-19. Lancia dei messaggi importanti.
L’emergenza Coronavirus sta coinvolgendo molti Paesi. In Europa sono Italia e Spagna quelli maggiormente colpiti. Stati dai quali provengono molte persone che lavorano nel Motomondiale.
Tra queste c’è anche Angel Charte, capo dei servizi medici MotoGP e che adesso sta lavorando all’Ospedale Quirón Dexeus di Barcellona per salvare vite umane. Durante l’anno è abituato a viaggiare a causa delle varie tappe del calendario del campionato, invece ora è in patria a lottare con tanti altri colleghi.
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Coronavirus in Spagna, parla il dottor Charte
Charte ha rilasciato un’intervista al quotidiano Marca per spiegare la difficile situazione presente oggi in Spagna: «La situazione è molto preoccupante. Gli ospedali sono al collasso tra persone risultate positive e quelle che rappresentano casi sospetti. C’è una parte della popolazione, con più di 80 anni, che soffre di più, ma questo riguarda tutti».
Il dottore spagnolo intima le persone ad assumere comportamenti consoni alla portata di questa emergenza: «Bisogna andare in ospedale quando necessario, quando si ha la febbre alta, respiro corto o tosse secca. Ma, soprattutto, ciò che va fatto è restare a casa, non uscire, è l’unico modo per fermare il virus».
Charte spiega che siamo di fronte a un problema di notevole importanza e da non sottovalutare, non aveva mai affrontano uno scenario simile: «Siamo tutti sopraffatti e molto preoccupati. Chi dice che si tratta di uno scherzo non sa cosa dice. È una malattia importante. I numeri parlano. Dobbiamo prendere misure igieniche e limitarci. È difficile, ma dobbiamo farlo. Noi siamo nella trincea, dove si soffre di più, e vediamo che è molto grave. Non ho mai visto una situazione così virulenta come questa. Ed esercito la professione dal 1979.».
Il medico della MotoGP invita ad evitare uscite inutili dalla propria abitazione, al fine di evitare il rischio di contagiare gli altri: «Le misure non sono venute in mente a una persona illuminata. Lo dicono esperti epidemiologi. Quelle persone mettono in pericolo il resto. Bisogna uscire meno possibile. Non c’è altro modo per fermare tutto questo».