Alex Briggs, storico meccanico di Valentino Rossi, parla del campione di Tavullia e delle sue qualità che lo hanno reso un campione leggendario.
Alex Briggs ha lavorato per sei anni in Honda con Mick Doohan e due decenni al seguito di Valentino Rossi in Honda, Ducati e Yamaha. Pochi hanno lavorato così a lungo al fianco del Dottore come il meccanico australiano. Nel bel mezzo dalla crisi dovuta al Coronavirus, Monster Energy ha intervistato Alex Briggs, che ha esordito facendo un confronto fra Doohan e il pesarese. “Mick voleva vincere tutto: anche la corsa dall’hotel al circuito in un’auto a noleggio. Voleva essere il primo nei test, il primo in hotel, il primo all’aeroporto. Quando Vale si unì a noi nel 2000, aveva già vinto due titoli. Cosa mi ha colpito di più di lui? In tre giorni, conosceva tutti i nostri nomi, sapeva se avessimo una ragazza o una moglie, se avessimo figli e cosa facessero. Ha mostrato così tanto interesse per noi che è stato grandioso. Ci sono piloti che hanno lavorato nella stessa squadra per anni e non conoscono nemmeno il nome o la situazione familiare dei loro meccanici”.
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Alex Briggs esalta le qualità di Valentino Rossi che lo hanno reso un campione in pista e fuori, a cominciare dal suo self control. “Valentino va più veloce quando è felice. Gli piace scherzare sulla griglia di partenza. Scherza su qualsiasi cosa, potrebbe essere uno scherzo su una umbrella girl, sulla posizione della griglia o sulla prima curva. Il modo in cui lo vedi nelle interviste è molto simile al modo in cui è nella vita in generale. Molto, molto divertente. Valentino ha una delle migliori menti da corsa che abbia mai incontrato. Ha tutto sotto controllo”.
Soprattutto, il campione di Tavullia non si è mai fatto prendere dal panico, anche nei momenti più difficili. Mai una gesto di rabbia o una critica diretta al suo staff. “In 20 anni di lavoro insieme abbiamo affrontato battaglie fantastiche, ma anche gare terribili. Non ho mai visto Rossi, nemmeno una volta, prendere a calci i pannelli o lanciare il casco. Anche dopo aver perso un titolo non ha mai perso la calma, ha mantenuto il rispetto per il lavoro e gli sforzi delle persone che lo circondano. Oggi, con computer ed elettronica, di solito trascorre 3-4 ore a studiare i dati – ha concluso Alex Briggs -. E la sua attenzione ossessiva verso i dettagli non può che essere stimolante”.
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