Andrea Dovizioso a Sky Sport parla della sua prima vittoria nella classe regina, dell’emergenza Coronavirus e del suo futuro.
Andrea Dovizioso non fa progetti per il futuro. Con un contratto in scadenza non ha ancora le idee chiare: “Dipenderà da molti fattori”, ha detto a Sky Sport. “Mi piacerebbe correre nel Motocross”. Ma adesso l’attenzione è sulla stagione più strana della storia del Motomondiale, con la prima gara ancora da decidere.
Nei test invernali ha riscontrato un buon feeling con la nuova Ducati GP20, anche se le prestazioni dei test non hanno molto valore. “Dopo due mesi di stop iniziamo in Malesia, un test difficile a causa delle condizioni, non hai le energie per girare tre giorni interi. Nella MotoGP di oggi, dove c’è tanto materiale, devi fare le prove nel momento giusto, quando credi di poter capire in che direzione andare. Prima dell’inizio di stagione abbiamo poco tempo per provare tutto, poi il Qatar non è una pista ottima per prendere decisioni sul materiale nuovo o sul set-up”,
Risponde alle domande dei fan Andrea Dovizioso. Un piccolo tifoso gli chiede come diventare un pilota della MotoGP. “Bisogna capire se c’è la vera passione per diventare un vero pilota. L’importante è avere tanta passione, prima di arrivare alla MotoGP ci sono tante difficoltà, gioie, categorie. E bisogna viverle tutte. Ma alla base ci vuole tanta passione”.
Le vittorie e l’emergenza Coronavirus
La carriera del Dovi in classe regina è molto particolare. La prima vittoria risale al 2009 con la Honda, la seconda al 2016 in sella alla Ducati. “La prima vittoria non l’ho vissuta bene, facevo fatica con la moto, in una gara sotto la pioggia a Donington, Valentino Rossi è caduto e noi siamo rimasti in piedi. Ma non l’ho vissuta come una figata. Ci sono voluti parecchi anni perché ero forte su certi aspetti ma non su altri. Devo ringraziare alcune persone, come il mio manager Battistella, che mi hanno fatto comprendere come migliorare. Anche se ero campione 125 non era abbastanza in MotoGP”.
Leggi anche -> Simone Battistella: contratti di team e piloti ai tempi del Covid-19
In questa difficile situazione le corse vengono in secondo piano, anche se non poter salire in sella alla sua moto genera qualche riflessione. “Davvero pesante non poter correre, anche se non sono questi i veri problemi. Siamo abituati ad essere sempre in giro, ora non puoi stancarti in quel modo, ti puoi allenare in palestra. Ma andare in moto è un’altra cosa, questo stop forzato così lungo ti fa pensare tanto… Adesso il problema non è organizzare l’evento, ma viaggiare – ha concluso Andrea Dovizioso -. Dobbiamo capire quanto tempo ci vorrà per stabilizzare questa situazione, al momento non è possibile”.