Paolo Ciabatti parla della difficile situazione economica e sanitaria che sta vivendo la MotoGP. Un inizio di campionato non è prevedibile prima di agosto…
Paolo Ciabatti, direttore sportivo di Ducati Corse, vive in Piemonte, una delle zone maggiormente martoriate dall’emergenza del Coronavirus. Poco più di un mese fa l’Italia contava qualche centinaio di casi, oggi sono oltre 60mila. Difficile immaginare uno scenario in base al quale le gare potranno iniziare a giugno o addirittura a luglio. E la situazione si fa sempre più difficile anche in Francia, Spagna, Germania e il resto d’Europa.
Pit Beirer pensa di poter ritornare in pista a luglio, forse più tardi. “Se consideriamo lo scenario migliore possibile, sono d’accordo con Pit”, ha detto Paolo Ciabatti a Speedweek.com. Bisognerà fare i conti con le scelte di ogni singolo governo. “Non è solo una questione di quando i governi e le autorità permetteranno di nuovo eventi con 100.000 spettatori. Quando consentirai alle persone provenienti da altri paesi di viaggiare in paesi che attualmente hanno un gran numero di persone infette? Non può succedere”.
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Il Coronavirus mette in ginocchio il Motomondiale
Paolo Ciabatti invita a considerare quanto succede in Cina. “La Cina ha riaperto i suoi confini solo due giorni fa, ma solo per i cittadini cinesi. Quindi nessuno straniero può entrare in Cina. Perché hanno quasi eliminato il virus e non vogliono rischiare il rischio di nuove infezioni. È così che si presenta la situazione, quasi tre mesi dopo la comparsa dell’epidemia di Covid 19. E hanno anche usato misure militari che non possiamo immaginare”, ha aggiunto il tecnico Ducati. “In Europa, il virus si è diffuso a velocità diverse in diversi paesi. Quindi ci saranno paesi qui che stanno gradualmente raggiungendo il picco dell’ondata di infezioni e speriamo di frenare presto la diffusione del virus”.
Una volta che ci saremo liberati del virus si prenderanno tutti i provvedimenti possibili per scongiurare un ritorno. “Quindi penso che se riusciamo ad uscire dall’emergenza a giugno o luglio e ripensare al motorsport subito dopo, sarebbe quasi un miracolo”. D’altronde non esistono gare se prima non si vendono moto… “Al momento, ovviamente, tutte le aziende qui in Europa sono gravemente colpite dalla crisi. La produzione è stata chiusa. I rivenditori di moto hanno le moto nei negozi, ma hanno dovuto chiudere a chiave. In Italia a nessuno è permesso guidare una moto, a nessuno è permesso di uscire e comprare motociclette”.