Alvaro Bautista ha iniziato un nuovo progetto Superbike con Honda dopo l’ottimo 2019 in Ducati, dove è stato sostituto da Scott Redding in sella a una Panigale V4 R che in Australia non è stata dominante.
Alvaro Bautista ha una grande voglia di tornare a correre con la sua Honda CBR1000RR-R Fireblade, ma adesso è costretto a casa per via del noto coronavirus Covid-19. Tante incertezze sulla ripresa del campionato mondiale Superbike 2020.
Il calendario attuale prevede di ricominciare nel weekend 8-10 maggio in Italia, a Imola, ma è probabile un rinvio ulteriore. Molto dipenderà da come si evolverà l’emergenza attuale. Sicuramente la salute in questo momento è prioritaria rispetto allo sport.
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Superbike, Bautista tra coronavirus e progetto Honda
Bautista ha concesso un’intervista a Motorbike Magazine e ha toccato vari argomenti. Innanzitutto ha raccontato come sta vivendo questo periodo di stop forzato a causa del coronavirus: «Quando sono a casa dopo le gare e passano 2-3 giorni ho già voglia di viaggiare. Ho viaggiato per tutta la vita, mi piace muovermi e guidare la moto. Ma mi sto godendo mia figlia, cosa che avrei potuto fare molto meno altrimenti. La vedo crescere e mi diverto, cambio anche i pannolini. Cerco di vedere il lato positivo di questa situazione».
Il pilota spagnolo ha espresso il proprio pensiero sul primo round Superbike disputato in Australia, dove ha ottenuto due sesti posti in Gara 1 e Gara 2: «Un weekend positivo, non tanto per i risultati quanto per le sensazioni. Mi sono trovato sempre più a mio agio con la moto. Purtroppo sabato sono caduto in Superpole e ciò mi ha fatto partire indietro, costringendomi a rimontare. A livello di ritmo sono andato bene, vicino ai primi, e ciò era impensabile durante i test. Siamo migliorati nel corso del fine settimana, il feeling alla fine era maggiore di quello provato all’inizio. Abbiamo anche idee nuove per sviluppare la moto. Credo che abbiamo intrapreso la strada corretta e dobbiamo proseguire così».
Ad Alvaro è stato domandato anche quali siano i punti di forza riscontrati sulla nuova Honda CBR1000RR-R Fireblade: «Il motore è molto potente – spiega – e questo per me è il suo punto di forza adesso. Non mi aspettavo fosse così potente, ma senza il controllo è inutile. Se non hai tutto a posto non puoi spremerlo al 100%. In generale credo che sia una moto fatta per le gare. La cosa positiva è che Honda è molto coinvolta nel progetto, sta spingendo molto e lavora sodo. Questo è un punto di forza, perché hai dietro tante persone che lavorano per darti la moto che desideri e aiutarti a migliorare. Ora dobbiamo mettere tutto a posto. Con l’elettronica lavoriamo intensamente per rendere la moto più facile da guidare».
L’obiettivo di puntare al titolo mondiale SBK 2020 è complicato. Bautista a tal proposito commenta: «Vediamo intanto quante gare potremo correre. Sarei felice se riuscissimo a disputarle tutte. Molto dipenderà dal tempo che avremo a disposizione per lavorare. Sono convinto che lotteremo per le vittorie e anche per il campionato, ma non so dirvi se quest’anno potremo farlo. Non penso a questo primo anno dicendo che il mio obiettivo è vincere il titolo. Il mio obiettivo è vincere, ma non ho fissato una data».
Alvaro su Suzuka, MotoGP e Redding
Honda dà grande importanza alla 8 Ore di Suzuka, ma con il rider spagnolo non ha discusso di una sua possibile partecipazione alla prestigiosa gara endurance: «Non mi hanno detto nulla. So che per loro è molto importante, ma non ne abbiamo parlato. Se mi venisse proposta, ci penserei. Sembra una competizione divertente, dovrei valutare».
In merito ad un eventuale ritorno in MotoGP non chiude completamente le porte: «Se la Honda mi dicesse: “Ehi, sei interessato a venire in MotoGP? Vogliamo che tu venga”, almeno ci penserei. Sarebbe bello essere in una fabbrica come la Honda nella categoria principale del motociclismo. La decisione di andare o non andare non sarebbe facile».
Un anno fa a Phillip Island lui aveva dominato con la Ducati Panigale V4 R, moto ereditata da Scott Redding. Il britannico ha ottenuto tre terzi posti senza riuscire a vincere. Bautista sull’argomento si è così espresso: «La moto e il team sono molto importanti, ma anche il pilota conta. L’anno scorso abbiamo iniziato molto bene. Scott ha fatto delle ottime gare. Ha ottenuto tre podi, che come inizio in un campionato in cui non aveva mai corso sono buoni risultati. È vero che ha già esperienza con questa moto e l’anno scorso ha fatto la British Superbike con la Ducati. Sicuramente sarà arrivato con molta più esperienza di me rispetto allo scorso anno. Devi avere una buona moto e una buona squadra, ma poi devi anche essere lassù e vincere. Non è facile. Non tutti possono farlo e spero che ora si vedrà che moto e team sono importanti, ma che anche il pilota deve fare la sua parte».
Si diceva che lo spagnolo vincesse soprattutto grazie alla Ducati Panigale V4 R, invece lui ci tiene a ribadire che il pilota deve fare fare la differenza. Anche se team e moto sono di ottimo livello, chi guida deve saper incidere.