Valentino Rossi non è ancora destinato al ritiro. A dirlo è persino il suo storico avversario Livio Suppo, ex team manager di Ducati e Honda
Per Valentino Rossi non è ancora arrivato il momento di appendere il casco al chiodo. E se a dirlo è addirittura uno dei suoi storici avversari, Livio Suppo, che si è ritrovato contro il Dottore da team manager prima in Ducati e poi in Honda, c’è davvero da crederci.
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“Oggi sta ancora nei primi cinque”, dichiara l’ex dirigente di MotoGP torinese ai microfoni del Corriere dello Sport. “Se si deve ritirare lui, allora lo deve fare anche la maggior parte dello schieramento, se guardiamo le prestazioni. Non credo che possa ancora giocarsi un Mondiale. Lui come tutti gli altri: Marc è una spanna sopra tutti”.
Suppo non ha mai avuto occasione di lavorare con Valentino Rossi, ma questo non significa che non abbia seguito a distanza la sua carriera con grande attenzione: “L’ho conosciuto nel ’96, abbiamo ‘esordito’ nel Mondiale, a tempo pieno, insieme. Ho una grandissima stima nei suoi confronti, benché i social media, soprattutto nel 2015, pensassero che fossi una sorta di anti-Valentino. Se uno non apprezza quello che Valentino ha fatto e continua a fare, è matto”.
Ad oggi l’erede del fenomeno di Tavullia continua a latitare: “Di italiani forti ce ne sono, ma negli ultimi anni non si è concretizzato in MotoGP quello che si è visto nelle classi inferiori”, prosegue Suppo. “Franco Morbidelli sta andando bene, ha fatto un campionato positivo nel 2019, ma se lo paragoni a Quartararo gli manca un pezzetto. Francesco Bagnaia ero convinto potesse essere uno di quelli che faceva la differenza, eppure ha fatto molta fatica. Continuo a pensare che abbia il talento per andare davvero molto forte. Sono due piloti che devono continuare a lavorare su loro stessi, sono dotati di talento e hanno fatto molto bene nelle classi minori, ma la MotoGP è una brutta bestia”.
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