Jaume Colom, team manager della squadra HRC, crede nel progetto Honda Superbike e pensa che già nel campionato 2020 ci potranno essere buoni risultati.
Tanti riflettori sono puntati sulla nuova Honda CBR1000RR-R Fireblade in questo campionato mondiale Superbike. L’ultima creazione della casa di Tokio è nata con un obiettivo ben preciso: vincere.
Per questo è stato ingaggiato un pilota molto forte come Alvaro Bautista, che nel 2019 ha fatto grandi cose al debutto in SBK con la Ducati Panigale V4 R. E al suo fianco è stato preso un altro rider esperto come Leon Haslam, desideroso di riscatto dopo essere stato scaricato dalla Kawasaki. Inoltre, HRC ha voluto tornare nella categoria con un team ufficiale e ciò significa massimo impegno per tornare a trionfare.
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SBK 2020, Jaume Colom sul progetto Honda
Jaume Colom, team manager della squadra HRC, ha concesso un’interessante intervista al sito ufficiale WorldSBK. Innanzitutto ha parlato del momento attuale, complicato a causa del coronavirus e pieno di incertezze riguardanti il futuro: «Questa situazione che stiamo vivendo è qualcosa di totalmente inaspettato e non è ancora chiaro come si evolverà. Non abbiamo mai provato niente del genere. Ovviamente la cosa più importante ora è la salute delle persone, delle famiglie che stanno vivendo un brutto momento e quindi l’aspetto sportivo passa in secondo piano. Quando il COVID-19 verrà sconfitto e la situazione si stabilizzerà, saremo in grado di riprendere le attività sportive in tutto il mondo e di parlare di riavvio e calendario».
Alla Honda servirebbero ore in pista per lavorare, raccogliere dati e migliorare. Però adesso è tutto fermo. A Colom è stato chiesto un giudizio sull’unico round Superbike disputato nel 2020, quello in Australia: «Un vantaggio per noi era avere due piloti molto esperti. È qualcosa che aiuta molto anche a preparare la moto. Siamo andati in Australia senza sapere a che livello saremmo stati, non abbiamo potuto fare molto nei test nella preseason a causa delle cattive condizioni meteorologiche. Ci sarebbe piaciuto arrivare con una moto meglio sviluppata. Non era così, e abbiamo lasciato Phillip Island con un retrogusto agrodolce»
Con più chilometri percorsi, certamente il team HRC avrebbe avuto più informazioni per accontentare i piloti nelle loro richieste di miglioramento della CBR1000RR-R Fireblade. Comunque degli aspetti positivi sono stati evidenziati dal manager spagnolo: «Da un lato abbiamo visto che siamo davvero vicino ai primi. I tempi di Leon e Alvaro lo hanno dimostrato. Ma per diverse ragioni in gara abbiamo conquistato dei risultati che non ci hanno soddisfatto del tutto. È positivo il fatto di aver visto che abbiamo un sacco di potenziale. La velocità massima e il motore sono ottimi, ma dobbiamo sistemare altre cose tra cui il telaio e le sospensioni. Da quanto abbiamo visto in Australia, non siamo lontani dai migliori e quindi quando potremo tornare a lavorare e a sviluppare la moto puntiamo ad avvicinarci alle posizioni che contano nel minor tempo possibile».
In casa Honda non sono state fissate scadenze precise per arrivare alla conquista di specifici risultati. Colom si è così espresso sul tema: «Non è stata fissato alcuna tempistica, ma ovviamente siamo tutti qui per vincere, o almeno per provare a vincere. Se possiamo vincere alla seconda gara, non aspetteremo la quarta».
Il team manager HRC si aspetta valori ravvicinati in pista alla ripresa del campionato mondiale Superbike 2020, sulla scia di quanto ammirato a Phillip Island: «Penso che continueremo ad avere lo spettacolo che abbiamo visto in Australia. La pausa riguarda tutti, quindi quando torneremo a gareggiare possiamo aspettarci molte gare come quelle che abbiamo visto lì. Sarebbe positivo per i fan, se potessimo continuare a vedere quel livello in ogni gara. Avere sei, sette o otto piloti che raggiungono il traguardo nello stesso secondo è la cosa migliore che può succedere al motociclismo!».