Il team principal della Red Bull, Christian Horner, promette: le proteste contro lo scandalo Ferrari sono solo sospese per coronavirus, ma non accantonate
Superare la crisi del coronavirus è ora, comprensibilmente, la priorità numero uno per tutto il mondo della Formula 1. Ma questo non significa che gli addetti ai lavori abbiano dimenticato tutti gli altri problemi messi sul tavolo nei mesi scorsi. Anzi.
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Il tema che è stato di maggiore attualità per tutto il periodo invernale e che oggi (ma solo per il momento) è stato messo in stand by è infatti quello delle proteste sul famigerato accordo confidenziale raggiunto tra la Ferrari e la Federazione internazionale dell’automobile. Quello, per intenderci, che ha chiuso in maniera ben poco chiara e trasparente le indagini sulle presunte irregolarità del motore utilizzato nella scorsa stagione dalla Rossa.
La Mercedes ha abbandonato il gruppo dei ribelli, ovvero delle sette squadre che si oppongono alla decisione della Fia e che pretendono di conoscere i contenuti di quell’accordo. Ma la Red Bull rimane invece saldamente al comando della protesta. Il team principal Christian Horner ha promesso che, quando la pandemia sarà sotto controllo, tornerà dal presidente federale Jean Todt a chiedere risposte. “Al momento questo problema passa in secondo piano, rispetto agli altri che la Formula 1 sta affrontando”, ha dichiarato Horner ai microfoni della tv inglese Bbc. “Vogliamo risolvere tutto il resto e poi riprenderemo e risolveremo anche questa questione, più avanti”.
Problema sospeso, dunque, ma non accantonato: “Abbiamo sollevato alcune domande alla Fia. Voglio dire che un accordo confidenziale che riguarda la regolarità tecnica della macchina di un avversario ovviamente ci fa sorgere dei dubbi. E sono sicuro che al momento opportuno parleremo con Jean per cercare di capire perché è stato siglato questo accordo e in cosa consiste”. Un avvertimento, nemmeno troppo velato, all’indirizzo della Ferrari.
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