I piccoli team di Formula 1 chiedono di abbassare il tetto ai budget da 175 a 100 milioni di dollari a stagione. Ma la Ferrari teme per i posti di lavoro
Flessibilità. Questa è la parola d’ordine invocata dai team di Formula 1 per poter superare la crisi coronavirus. In particolare dai team minori, come la Williams, la Haas e anche la Alfa Romeo, che naturalmente sono i più esposti dall’assenza di corse.
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“Ci troviamo in una situazione straordinaria che nessuno è in grado di controllare”, spiega il team principal del Biscione, Frederic Vasseur, ai microfoni del quotidiano francese Ouest France. “Nemmeno i politici. Quello che possiamo fare è cercare di essere flessibili e prepararci al meglio possibile per la ripartenza”.
E questa flessibilità significa innanzitutto una riduzione del tetto massimo ai budget delle squadre che sarebbe dovuto entrare già in vigore nella stagione 2021. Inizialmente la quota era fissata a 175 milioni di dollari, e la Federazione internazionale dell’automobile, su proposta della Red Bull e con il consenso anche della Mercedes, sarebbe disposta ad abbassarlo a 150 milioni.
Formula 1 divisa sul tetto ai budget
Ma i piccoli team chiedono una misura ancora più drastica, ovvero quella di portare il tetto a 100 milioni di dollari. Una cifra rispetto alla quale la Ferrari avrebbe qualche dubbio, nel timore che comporti la perdita di molti posti di lavoro. “Ma se tre o quattro team dovessero sparire del tutto, si perderebbero molti più posti”, sottolinea una fonte anonima di una delle piccole squadre alla rivista specializzata tedesca Auto Motor und Sport.
Per discutere della questione, i team principal si incontreranno il 6 aprile in videoconferenza con la Fia e la Fom. E Vasseur si dice piuttosto ottimista sulla possibilità di trovare un accordo: “Anche se questa crisi è assolutamente drammatica per le persone, per l’economia, per tutti, è stata in grado di creare anche diverse forme di solidarietà”, ha dichiarato il boss della Alfa Romeo. “In Formula 1, per esempio, siamo riusciti a trovare un accordo dopo aver passato anni a litigare sul concetto dei regolamenti tecnici”.