Alberto Puig ritorna sull’argomento Jorge Lorenzo e lo tiene in guardian sui rischi di fare una wild card senza effettuare dei test.
Alberto Puig non può nascondere un certo fastidio per il passaggio di Jorge Lorenzo alla Yamaha. Aver chiuso il contratto senza porre nessun vincolo è forse uno degli errori più gravi della sua carriera da team manager, ma l’ex pilota catalano non manca di lanciare bordate al maiorchino. “È finita come doveva finire. Jorge ci ha provato per davvero, è caduto due volte duramente. Ci abbiamo provato il più possibile – ha detto a DAZN -. Abbiamo provato quello che ha chiesto. Abbiamo portato tutto l’anno pezzi per farlo sentire a suo agio. La cosa non funzionava e aveva il coraggio di dirlo”.
Leggi anche -> MotoGP, Alberto Puig: “La cosa più utile è restare in vita”
La richiesta della wild card
Hanno rescisso il contratto con un anno di anticipo, HRC ha potuto ingaggiare il campione di Moto2 Alex Marquez, tutti felici e contenti. Almeno fino a quando Jorge Lorenzo non ha annunciato la nuova collaborazione con Yamaha. “È un personaggio che ha alle spalle cinque Mondiali. È stato un addio più che corretto, sincero. Non ha chiesto niente e non abbiamo chiesto niente. Ha deciso di fare il collaudatore e annunciato che voleva correre a Barcellona. Ognuno è libero di fare ciò che gli piace della sua vita. Niente affatto, zero, non ho alcun tipo di disagio. Non puoi dire alla gente cosa fare o non fare della propria vita”.
La decisione di effettuare una wild card però fa riflettere Alberto Puig, che lo mette in guardia sui rischi del tentativo. “Se fosse una stagione normale, e avrebbe potuto mettersi alla prova nei test, allora vai avanti. Se non hai queste possibilità di fare test, e vuole fare un GP deve stare attento. Non so se sia conveniente per quello che intende. Perché Lorenzo non intende andare a Montmeló per finire ottavo. Perché la sua testa è la testa di un campione. Vuole tornare per dimostrare che l’anno scorso non è stato in grado di capirsi con la moto, ma che il suo livello è sempre quello”.