Jorge Lorenzo parla degli esordi in classe, del rapporto con Valentino Rossi e di qualche pecca caratteriale: “Non avevo limiti”.
Confinato nella sua camera d’albergo a Dubai, Jorge Lorenzo ha parlato con Gavin Emmett per il canale britannico BT Sports, ripercorrendo la mitica sfida in Catalunya contro Valentino Rossi nel 2009 e i suoi inizi nella classe regina. “Una parte di me non si aspettava quella manovra, e un’altra parte sì . A quel tempo ero troppo rigido per chiudere la porta, ero un po’ spaventato a chiudere la porta, ha cambiato la traiettoria che aveva fatto per tutta la gara, non sapeva molto bene cosa fare e ha approfittato della situazione”.
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In quel caso il Dottore ha avuto la meglio grazie alla sua maggiore esperienza. Lui aveva 30 anni, il maiorchino ne aveva appena 22. “Diciamo che ha sempre frenato meglio di me, frena più tardi di me in circostanze normali, con la Ducati ho finalmente capito come frenare molto tardi, ma in quel periodo in Yamaha era un freno migliore di me e ne ho approfittato”. Jorge Lorenzo, invece, era più prestante in percorrenza di curva. “Ero più forte in curva che in frenata, aveva quell’abilità più sviluppata di me e ne approfittava. Cosa sarebbe successo se fossi entrato prima in curva? Non sapremo mai, ma forse avrei evitato i sorpassi e avrei vinto”.
Infine il collaudatore della Yamaha ricorda la sua irriverenza al momento dell’arrivo in Top Class: “Volevo tutto al più presto possibile e pensavo che tutto fosse possibile, non c’erano limiti nella mia testa. Quando ho iniziato in MotoGP nel 2008 ero con la Michelin, nelle prime tre o quattro gare erano incredibili, ed ero molto naturale sulla moto, quindi non avevo limiti nella mia testa con la mia velocità e il mio talento. Ho preso la pole nella mia prima gara, ho ripetuto nella seconda e terza, ho fatto tre podi consecutivi e ho vinto alla terza gara”. Non aveva paura di nessuno, forse peccando di egoismo e caparbietà. “Non avevo nessuno mito, non lodavo Valentino. È chiaro che non l’ha presa molto bene, né i suoi fan né il pubblico in generale, non erano abituati a sentire questo tipo di affermazione, ma è quello che pensavo”.