Gli sponsor si tirano indietro, la cassa integrazione non basta e nella riunione tra team e Formula 1 non c’è l’accordo per abbassare il tetto ai budget
Il rischio di fallimento per i team di Formula 1, soprattutto per quelli più piccoli, è “reale”. Lo sostiene il miliardario finlandese Antti Aarnio-Wihuri, per anni sponsor di Valtteri Bottas. Il magnate ha dichiarato ai microfoni del quotidiano Iltalehti tutta la sua preoccupazione per la quarantena imposta all’automobilismo (così come, del resto, a molte industrie in tutto il mondo).
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“Non so nulla di quello che succederà quest’anno”, ha ammesso Aarnio-Wihuri. “Ma sembra proprio che non si correrà nemmeno una gara nel 2020”. La sua preoccupazione riguarda anche i piloti delle categorie inferiori, perché, prosegue, “è piuttosto probabile che le carriere di alcuni giovani si interromperanno in questa stagione”.
Il motivo è che “questa situazione ha un impatto sui budget degli sponsor. Certamente l’automobilismo ne subirà gli effetti. C’è il rischio reale che alcuni team falliscano per questo motivo. Ma se riusciranno ad essere sostituiti e quanti di loro ci riusciranno è impossibile da dire”. Aarnio-Wihuri ha aggiunto di aver visto molte crisi prima d’ora nel mondo dell’automobilismo, ma che “questa sembra peggiore di tutte. Si tratta di una crisi globale, quelle del passato erano molto più locali ma ora ci troviamo tutti insieme in questa situazione”.
Per questo motivo i team sono già corsi ai ripari. McLaren, Williams e Racing Point, ma anche l’intera organizzazione della Formula 1, hanno messo in cassa integrazione buona parte del loro staff. E ieri, nel corso di una riunione in videoconferenza tra gli organizzatori del campionato, la Federazione internazionale dell’automobile e le dieci squadre, durata ben quattro ore, si è discusso anche di abbassare ulteriormente il tetto ai budget per il 2021, ad oggi fissato a 175 milioni.
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Informalmente tutti i team hanno accettato di piazzare l’asticella a 150 milioni, ma alcuni, come la McLaren, vorrebbero portarla addirittura a 100. I grandi costruttori, Ferrari in testa, spingono invece perché le spese per la ricerca, lo sviluppo e la produzione delle componenti non vengano conteggiate nel tetto. Mentre si continua a discutere, dunque, oggi il Consiglio mondiale della Fia dovrebbe ratificare la chiusura obbligatoria di tutte le fabbriche per altre due settimane. Resta però da vedere quanto la Formula 1 sarà in grado di sopravvivere senza correre Gran Premi.
“È difficile immaginare per quanti mesi si possa restare fermi, non si era mai pensato che qualcosa del genere potesse accadere a una stagione”, ha dichiarato il commentatore di C More, Ossi Oikarinen. “Ma perdere anche solo un team sarebbe una grossa delusione per la Formula 1. Trovare un’altra squadra e metterla in griglia di partenza al suo posto è un compito piuttosto difficile, perciò è piuttosto importante che ciò non accada”.
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