I benzinai sono tra le prime vittime dell’emergenza Coronavirus. Le stazioni sulle autostrade potrebbero non garantire regolarmente il servizio.
Il blocco alla mobilità prolungato fino al 3 maggio rischia di rivelarsi fatale per le stazioni di servizio. L’emergenza Coronavirus comincia a mietere le prime vittime della conseguente crisi economia dopo lo stop coatto agli spostamenti che ha azzerato il consumo di carburante. A poco è servito tenere alti i prezzi di benzina e diesel nonostante i continui ribassi del prezzo del petrolio. La situazione finanziaria si rivela drammatica per i gestori delle aree di servizio autostradali a causa dell’esaurimento della liquidità e dei canali di credito, e si rischia, ogni giorno che passa, la chiusura progressiva degli impianti ed il fallimento di centinaia di piccole imprese di gestione”.
E’ l’allarme lanciato da Faib, Fegica e Anisa nel denunciare “l’atteggiamento irresponsabilmente dilatorio dei Concessionari delle tratte”, si legge in una nota, che “perseguono una condotta dilatoria e bizantina per non mettere a disposizione risorse di alcun tipo”. Al contrario alcuni colossi dell’industria petrolifera, tra questi Tamoli, IP ed ENI, hanno deciso di intervenire con misure di sostegno economico. Le sigle denunciano l’inerzia “sia dei Concessionari sia di altre aziende presenti nella rete distributiva autostradale, che non hanno più alibi per non intervenire”.
A causa di tale crisi, conclude la lettera, “i Gestori dichiarano che, perdurando questa situazione, non potranno più garantire, dopo il 13 aprile, alcun servizio per mancanza della liquidità necessaria per approvvigionarsi”.
I numeri della crisi
Secondo Faib, dei circa 21.500 punti vendita carburanti presenti in Italia, l’80% è ancora regolarmente in funzione.Le perdite stimate nel mese di marzo ammonterebbero al 90% e le scorte medie, ridotte al minimo, si attestano intorno ai 2-5mila litri per prodotto.Con il termine delle scorte può succedere che gli impianti restino chiusi per qualche giorno in attesa della fornitura, provocando un servizio a singhiozzo.
In termini di erogati, dalla seconda settimana di marzo al 6 aprile, le perdite si sono attestate a circa 1,95 miliardi di litri di carburante, per un valore monetario di 2,9 miliardi di euro. Secondo le stime gli impianti guadagnerebbero circa 10 euro al giorno!
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