Rigorosamente da casa in smart working, gli ingegneri della Ferrari stanno progettando i nuovi sviluppi alla SF1000, sull’aerodinamica e sulle sospensioni
La fabbrica di Maranello rimarrà chiusa, almeno fino al prossimo 3 maggio. Ma questo non significa che gli ingegneri della Ferrari stiano rimanendo con le mani in mano. Certo, le nuove componenti della SF1000 in questo periodo non possono essere prodotte né, ovviamente, sperimentate in galleria del vento o sui banchi prova del motore. Però possono essere studiate e progettate, quantomeno al computer, rigorosamente da casa in modalità smart working.
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E proprio in questo modo i tecnici del Cavallino rampante stanno facendo il massimo, pur con i limitati strumenti a loro disposizione dalla quarantena, per tentare di porre rimedio ai limiti congeniti della nuova monoposto emersi con grande chiarezza nei test precampionato in Spagna. Due, in particolare, sono le aree sulle quali si sta concentrando il lavoro di progettazione degli uomini della Rossa: l’aerodinamica e le sospensioni.
Congelato il nuovo musetto Ferrari
Rivela l’esperto di tecnica Paolo Filisetti sulle pagine della Gazzetta dello Sport, infatti, che la Ferrari starebbe studiando al Cfd (ovvero al calcolo fluidodinamico) una versione del musetto diversa da quella scesa in pista a Barcellona, dalla sezione più stretta e ridotta, che si ispira a quello utilizzato dalla Mercedes già da parecchio tempo e più recentemente anche sulla Red Bull.
Il poco tempo a disposizione per costruirlo e sottoporlo ai crash test previsti dal regolamento complicherebbe, come è ovvio, la sua eventuale adozione in gara, almeno sul breve periodo. Per l’estate è invece previsto un pacchetto di evoluzioni che riguarda la carrozzeria posteriore, il diffusore e un alettone in grado di ridurre la resistenza all’avanzamento in rettilineo.
Avanti con l’ammortizzatore idraulico
Per quanto riguarda le sospensioni, invece, è allo studio l’adozione del terzo elemento idraulico, invece di quello meccanico che la Scuderia aveva privilegiato nella prima versione della SF1000. Gli alloggiamenti già previsti nel telaio ne consentirebbero l’integrazione, inizialmente rimandata solo per via di una miglior conoscenza dei parametri di assetto.
Quanto al motore, sempre la chiusura forzata della fabbrica ritarderà inevitabilmente la realizzazione dello sviluppo che si era iniziato a concepire dopo i test invernali, e che sarebbe dovuto servire a migliorare la combustione e dunque la potenza. Per quello bisognerà necessariamente aspettare ancora.