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MotoGP: quanto costerà il coronavirus a tutto il circus?

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Alessandro

La MotoGP potrebbe perdere milioni di euro. L’emorragia di denaro è già partita e non arresta a fermarsi. Intanto la Dorna corre ai ripari per i team.

MotoGP (Getty Images)

La MotoGP negli ultimi anni si è indubbiamente abituata a guadagni folli. Da quando nel 1993 la Dorna l’ha rilevata dalle mani di Bernie Ecclestone e della sua Two Wheel Promotion, la categoria dei prototipi a due ruote ha letteralmente cominciato a volare. L’ascesa poi di un personaggio mediaticamente vincente come Valentino Rossi, ha dato la possibilità alla categoria di crescere anno dopo anno a dismisura.

Il fatturato 2018 parla di 307 milioni di euro, 115 in più del 2013, con un utile di 54 milioni di euro. Di questo enorme fatturato gran parte arriva dalle tv (circa il 70%). Con un effetto domino, infatti, in questi anni la MotoGP ha trovato spazio in nuovi paesi, questo non solo ha garantito nuovi sponsor e nuove quote d’iscrizione dei vari circuiti aderenti al calendario, ma anche nuove emittenti interessate a trasmettere lo spettacolo delle due ruote.

Tutto questo ha portato un benessere riflesso enorme a tutto il movimento. Oggi, infatti, le hospitality della MotoGP non differiscono molto da quelle della F1, i piloti hanno visto lievitare enormemente i propri stipendi ed è migliorato anche lo sviluppo delle stesse moto. I team, infatti, si sono spinti sempre più avanti in tal senso ingaggiando nuovo personale e mettendogli a disposizione la migliore tecnologia del pianeta.

Tutto questo però potrebbe ridimensionarsi nei prossimi anni a causa delle ingenti perdite dovute allo stop per il coronavirus. Ogni singolo promoter, infatti, versa una cifra che si aggira tra i 6 e i 12 milioni di euro per ogni GP, ciò vuol dire che ad ogni gara depennata dal calendario vi è una perdita di tale cifra dalle tasche del Motomondiale.

Le gare a porte chiuse non piacciono ai promoter

Disputare gare a porte chiuse è una cosa che salverebbe parte della baracca, ma questa scelta non fa impazzire naturalmente i promoter, che puntano anche sui biglietti per coprire le spese sostenute per organizzare il GP. La Dorna, invece, da par suo, con questa decisione salverebbe gran parte della torta visto che riceverebbe soldi sia dalle emittenti televisive, che da alcuni sponsor fissi che vivono semplicemente della visibilità che questo sport gli dà.

Ad oggi la Dorna sta versando una quota di 250mila euro al mese per i team di MotoGP e 50mila per quelli di Moto2 e Moto3, il tutto per garantire alle scuderie di non dover licenziare del personale o peggio ancora chiudere definitivamente bottega. Questi naturalmente non sono soldi regalati, bensì denaro dato in anticipo sulle normali quote che ricevono ogni anno i team dalla stessa Dorna.

Gli azionisti di maggioranza della Dorna sarebbero già pronti a versare sino a 80 milioni di euro nelle casse dei team per garantirne la sopravvivenza qualora questa situazione dovesse perdurare. Nel caso di cancellazione definitiva del campionato 2020 ci sarebbe quindi un fatturato di oltre 300 milioni di euro che salterebbe. Questi dati naturalmente raggiungono numeri mostruosi se messi in relazione a tutto l’indotto economico diretto e indiretto che il Motomondiale crea in ogni città in cui viene ospitato. Insomma un vero e proprio cataclisma per tutto il movimento che spingerebbe i prototipi a due ruote indietro di diversi anni per quanto concerne le proprie risorse economiche.

Antonio Russo

Box Vinales e Valentino Rossi (Getty Images)
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Alessandro
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