Claire Williams reclama allarmata la ripresa del mondiale di F1. Il rischio di fallimento per le scuderie minori continua a far paura.
Il panico sanitario ed economico scatenato dal Coronavirus ha investito tutti i team impegnati nel Circus, e in particolare i piccoli, i privati, che, con cognizione di causa, temono di finire gambe all’aria compressi dai debiti per la totale assenza di introiti.
A questo proposito, non ha taciuto una certa preoccupazione la vice boss di Grove, reduce da stagioni che definire complicate suona come un eufemismo. Consapevole dell’effetto devastante che una mancata ripartenza delle gare potrebbe causare, la figlia di patron Frank ha, come d’altronde il calcio, richiesto a gran voce il ritorno alle attività.
“Nelle ultime quattro settimane abbiamo trascorso parecchio tempo in riunione con la FIA e i vertici della F1 per assicurarci di fare assolutamente tutto il necessario per uscire indenni dal 2020″, ha rivelato a Sky Sports Uk.
“Per noi, in qualità di equipe completamente indipendente, andare a correre è fondamentale. Il montepremi del costruttori è troppo importante”, ha ribadito Williams lanciando poi una stoccata ai big, rei di aver sempre osteggiato l’introduzione del budget cap mettendo così in pericolo le sorti della categoria.
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“Se lo avessimo attutato un paio di stagioni fa, adesso non saremmo tanto preoccupati “, si è quindi lamentata.
In ogni caso, come per qualsiasi altri tragedia, anche in questo caso si dovrà ricostruire dalle macerie, traendo del positivo dalla lezione ricevuta. “Il Covid potrebbe rivelarsi un’opportunità”, ha sostenuto la 43enne. “Di certo oggi ci sta dicendo che la F1 si basa su un modello insostenibile. Dunque il nostro compito dovrà essere di analizzare criticamente quanto è stato finora attuato e trovare delle soluzioni per evitare di ritrovarsi in situazioni del genere”.
Chiara Rainis