Di fronte all’incertezza sul futuro della MotoGP, Carlo Pernat indica una strada chiara: ripartire dall’unica certezza del Motomondiale, Valentino Rossi
La pandemia di coronavirus, la crisi economica all’orizzonte e l’isolamento forzato della quarantena sono tutte incognite che pesano sul futuro di tutto il pianeta. E, dunque, anche del mondo dei motori, quantomai avvolto dall’incertezza. Di fronte a tutti questi dubbi, Carlo Pernat, decano dei manager del Motomondiale, indica una strada solida per l’avvenire della MotoGP: quella di ripartire dall’unica vera sicurezza del paddock, Valentino Rossi. Insomma, ricostruire il domani sulle basi di ieri.
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“Serve che la moto riparta con Valentino”, sostiene senza mezzi termini Pernat ai microfoni di TuttoMercatoWeb. “Il giorno in cui non ci sarà, difficile salvare quei tifosi che amano il personaggio, da non appassionati proprio delle due ruote in sé. Ricominceremo da lui”. Il Dottore garantisce un seguito senza pari alle due ruote, una base di appassionati dei quali il circus del motociclismo non può proprio fare a meno, specialmente in questo momento. Dunque l’imperativo è che il fenomeno di Tavullia non appenda il casco al chiodo, bensì continui a correre anche oltre la scadenza del suo attuale contratto, a fine 2020.
“Nel futuro di Rossi vedo quello che vedevo l’anno scorso, lui non molla”, prosegue Pernat. “La sua carta d’identità è taroccata: non ha 41 anni, al massimo 26 o 27. Ha un fisico asciutto, si allena. Lo conosco bene e ha il terrore di smettere, le moto sono la sua Disneyland: si diverte come un pazzo e vorrebbe vincere sempre. Viste le sue condizioni fisiche, sono convinto che quest’anno ci sarebbe arrivato nei primi cinque, magari con qualche podio”.
Insomma, non solo il movimento delle moto, ma anche il diretto interessato sembrano intenzionati a proseguire: “Valentino è diverso da Agostini: Giacomo ha smesso a 37 anni perché doveva vincere”, conclude Pernat. “Rossi si diverte, anche se arriva quarto o quinto non gliene frega niente. Nel 2021 lo vedremo, e l’avremmo comunque ancora visto. La famosa scelta era una barzelletta, lui nei primi cinque ci arriva sempre”.
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