Charles Leclerc è convinto che tornare in pista dopo una lunga inattività non sarà semplice. Ma se la Ferrari lavorerà bene potrà ottenere risultati
Charles Leclerc si consola con le corse virtuali, che sta vincendo a ripetizione. Ma ovviamente, per un animale da gara, il volante della Playstation non può bastare. Il Piccolo principe scalpita, in questo periodo di inattività forzata causa coronavirus.
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“Certamente correre è la cosa che mi manca di più, e non vedo l’ora di iniziare la stagione”, ammette nell’intervista in videoconferenza organizzata ieri con i giornalisti di alcune testate. “Ma non è il caso di affrettarsi, almeno finché non potremo farlo in totale sicurezza. La situazione nel mondo è in rapida evoluzione ed è difficile fare programmi precisi. Mi aspetto che inizieremo dall’Europa, ma è difficile dire quando. Al momento è tutto ancora in dubbio”.
Scrollarsi di dosso la ruggine della quarantena potrebbe essere un’impresa non certo semplice: “Tornare a sedirsi nell’abitacolo sarà una sensazione strana, penso che sarà così per tutti”, prevede Leclerc. “Dopo essere rimasti così a lungo lontani dalle vetture, sarà difficile ributtarsi nella solita routine di prove, qualifiche e gara. Probabilmente questo rimescolerà un po’ le carte in tavola, vedremo quali piloti saranno in grado di adattarsi più rapidamente”.
Inoltre, questa lunga attesa potrebbe avere anche un effetto sui rapporti di forza tra le varie squadre, che dopo le prove invernali sembravano giocare a sfavore della sua Ferrari: “Ad oggi è difficile fare una previsione sui valori in campo”, spiega il monegasco. “Sicuramente nei test eravamo in ritardo e dobbiamo recuperare. Se ci riusciremo o meno non lo so, ma i progressi che abbiamo compiuto l’anno scorso durante la stagione sono stati buoni e dobbiamo lavorare per ripeterci ancora. Allora i risultati arriveranno”.
Leclerc si dice convinto che se la Rossa farà il suo dovere potrà ottenere soddisfazioni da questa insolita stagione 2020: “Sarà una stagione difficile per tutti: quando cominceremo non ci potremo più fermare, non ci sarà tempo per sviluppare la macchina tra un Gran Premio e l’altro. A quel punto diventerà fondamentale il lavoro in pista, ancor più di quanto non lo fosse in passato. Dovremo restare concentrati fin dal via: noi piloti per dare indicazioni ai tecnici, la squadra per definire le strategie e i lavori in pista”.
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