Carmelo Ezpeleta svela gli scenari per la ripresa del campionato MotoGP 2020 e fa anche un riferimento a quanto successo tra Valentino Rossi e Marc Marquez.
Carmelo Ezpeleta, CEO della Dorna, sta lavorando intensamente per definire la ripresa del Motomondiale. L’idea sembra essere quella di riprendere ad agosto, ma si attendono comunicazioni certe.
È fondamentale che vengano garantite condizioni di sicurezza massime. Va limitato ogni rischio di salute, visto ciò che stanno attraversando diversi Paesi a causa del coronavirus Covid-19. Ci sono più gran premi rinviati e probabilmente non sarà possibile disputarli tutti.
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MotoGP 2020, parla Carmelo Ezpeleta
Ezpeleta in un’intervista concessa ad AS ha spiegato quanto sia difficile questa situazione per il suo lavoro: “È un momento complicato, perché dal punto di vista organizzativo non c’è stato nulla di simile. Ci sono stati momenti più complicati dal punto di vista emotivo, ma sotto quello organizzativo non abbiamo mai riscontrato un problema di queste dimensioni”
Il manager spagnolo ha confermato che si stanno facendo diverse valutazioni sulla ripartenza del Motomondiale, che comunque non andrà in pista nelle date oggi previste per Sachsenring, Assen e Kymiring: “Abbiamo molte idee. La cosa più importante è la salute e sono contento perché cattive notizie della famiglia MotoGP non mi stanno raggiungendo. Dobbiamo attendere che venga permesso di viaggiare nei Paesi dove dobbiamo correre. Ci sono persone di diverse nazionalità ed è importante che tutte possano spostarsi. In ogni posto bisognerà vedere cosa ci permetteranno di fare, se potremo correre. Comunque è improbabile riprendere a giugno o a inizio luglio”.
Ezpeleta ha esposto i tre scenari che sono oggetto di valutazione ora. Ecco il primo: “Uno è di iniziare a fine luglio con una delle gare che è stata rinviata. Sennò partiremmo ad agosto con Brno e l’Austria. E da lì seguire un programma che non è quello che abbiamo pubblicato finora, e gareggiare fino alla fine di novembre. Questa è la possibilità che ci piace di più e che ci permetterebbe di fare 12, 13 o 14 GP”.
Il CEO della Dorna successivamente ha spiegato il secondo scenario: “La seconda possibilità è che non possiamo iniziare a luglio o agosto, quindi inizieremmo a settembre. Sarebbe una stagione di settembre, ottobre, novembre e metà dicembre. Con un calendario completamente diverso da quello attuale. Gareggeremmo prima in Europa, mentre il tempo è bello, e poi correremmo fuori dove possiamo farlo. Possiamo valutare di fare are due premi consecutivi nello stesso posto, in due fine settimana consecutivi, per avere la mobilità più ridotta”.
Infine la terza opzione, alla quale si spera di non dover ricorrere: “E l’ultimo scenario è se dovessimo poter correre solo novembre e dicembre, ci concentreremmo su due o tre circuiti e per fare tre gare su ciascuno di essi”.
Si è parlato anche del numero di persone alle quali verrebbe dato l’accesso ai circuiti, dato che nel Motomondiale lavorano tante persone: “Stiamo prendendo in considerazione una cifra di circa 1.200 persone che andrebbero a ciascun GP. Si tratterebbe di circa 40 persone per i team di fabbrica della MotoGP, 25 per i satelliti e cifre di 20 e 15 per Moto2 e Moto3. Dovremo organizzare anche tutta la logistica e non sarà facile.
Ad Ezpeleta è stato domandato pure se Valentino Rossi continuerà oppure se si ritirerà: “Non chiedo mai a Valentino quando si ritira perché si è guadagnato il diritto di scegliere ciò che vuole fare. Ci penseremo non appena inizieremo a correre. Vorrei continuasse? Se gli piace, sì. Per me l’età non è importante. Ho sempre considerato che l’età fosse una questione di testa”.
Gli viene anche accennato il caso avvenuto tra Rossi e Marc Marquez a Sepang 2015: “Rispetto al disordine che abbiamo ora, il 2015 è stato vissuto come una stagione sul mare della pace. Lì sapevamo cosa stava succedendo, abbiamo visto dove si trovavano, cosa sarebbe potuto accadere a loro e così via. L’esperienza ti dice che puoi sempre aspettarti qualcosa di più complicato. Sarei felice di avere questo problema ora”.