Non dovrebbero riscontrare difficoltà a tornare in pista i team di Formula 1. Ma per i piloti lo stress fisico dopo l’inattività sarà imponente
I team di Formula 1 si sentono totalmente pronti a tornare in pista non appena le condizioni lo consentiranno, e a sobbarcarsi l’impegno di una stagione più breve ma potenzialmente anche più intensa. Le attuali previsioni, infatti, indicano la possibilità di una ripartenza ad agosto, o dal Red Bull Ring o da Silverstone, naturalmente a porte chiuse.
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Secondo il team principal della McLaren, Andreas Seidl, avendo già completato tutti i test pre-campionato prima della quarantena, le squadre non avranno bisogno di ulteriori preparazioni prima di cominciare le gare: “Credo che, anche dopo una pausa così lunga, non sarà un problema ritornare a correre”, ha sostenuto. “Ci riusciamo dopo le ferie invernali ogni anno, con macchine completamente nuove, e né l’affidabilità né l’operatività ne risentono. Eravamo pronti a correre già in Australia. Dobbiamo solo spostare il nostro materiale, riportarlo sul circuito, e in due giorni saremmo pronti al via”.
Non altrettanto semplice si prospetta invece la ripartenza per i piloti, almeno sul fronte delle condizioni fisiche. Pur se anche durante l’isolamento proseguono gli allenamenti, infatti, riprodurre da fermi il tipo di sollecitazioni a cui una vettura da Formula 1 sottopone il collo è molto complicato. E proprio quella muscolatura potrebbe provocare problemi quando si tornerà al volante dopo un’inattività così prolungata.
Questo è il timore del pilota della McLaren, Carlos Sainz: “Per quanto ti alleni a casa, è impossibile generare le forze G che riscontri in una monoposto di Formula 1”, spiega lo spagnolo. “Quanta fatica faremo, dopo tutti questi mesi senza guidare, dipenderà molto dal circuito che sceglieranno per la prima gara. Sarà una sfida dura, specialmente nelle curve veloci. Per ora l’Austria è la prima gara non cancellata, e quello non è uno dei circuiti più duri. Se fosse stata in Ungheria o a Singapore, vi assicuro che molti piloti avrebbero concluso la gara vicini al collasso. La gente non riesce a immaginare a quanto stress venga sottoposto il corpo durante un Gran Premio. L’unico modo per prepararsi fisicamente alla guida di una F1 è guidare una F1”.
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