La Fia ha deciso che per cambiare i regolamenti della F1 non servirà più l’unanimità dei team, ma la maggioranza. Però Ferrari mantiene il diritto di veto
In Formula 1 sono cambiate le regole. Di fronte ad una crisi definita “senza precedenti”, la Federazione internazionale dell’automobile ha deciso di modificare le carte in tavola nella gestione politica del massimo campionato a quattro ruote. Anzi, di “superarle”, come lei stessa ha spiegato: in altre parole, per applicare novità cruciali al regolamento del Mondiale oggi non sarà più necessaria l’unanimità di tutte le squadre, ma basterà la maggioranza.
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Una mossa che in molti hanno visto come un tentativo di aggirare la contrarietà della Ferrari che, quasi unica nel panorama delle scuderie, non ci vuole proprio stare ad abbassar il tetto ai budget al di sotto dell’attuale asticella concordata di 145 milioni di dollari all’anno. Ma questo tentativo della Fia di isolare il Cavallino rampante, consentendo di imporre cambiamenti regolamentari anche suo malgrado, sarebbe destinato ad infrangersi contro un muro e a non riscuotere dunque gli effetti sperati.
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Ferrari mantiene il suo diritto di veto
Il motivo lo spiega la Gazzetta dello Sport: “In realtà questa decisione non condiziona la possibilità della Ferrari di utilizzare il suo diritto di veto presso il Consiglio mondiale”, ha scritto il corrispondente Andrea Cremonesi, “nel caso in cui, ad esempio, venisse deciso con voto di maggioranza un budget cap contrario agli interessi della Scuderia”.
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Non è della stessa idea un ex storico portacolori della Ferrari, Gerhard Berger, secondo cui invece il nuovo tetto più basso alle spese delle squadre è addirittura inevitabile. “Dovrebbe essere ridotto a 100 milioni di dollari, senza eccezioni”, ha spiegato l’ex pilota austriaco, oggi responsabile del campionato Dtm, ai microfoni della rivista specializzata tedesca Auto Motor und Sport. “Secondo me la prima domanda che tutti si dovrebbero porre è: come possiamo sopravvivere a questa crisi?”. Evidentemente la Ferrari si dà una risposta diversa da quella degli altri.