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Autoscuole, un settore dimenticato dal governo

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Alessandro

Le autoscuole sono in ginocchio per l’emergenza Coronavirus. Le associazioni di categoria chiedono interventi tempestivi.

Autostrada (photo Pixabay)

In questo periodo di emergenza Coronavirus molti i settori lavorativi rimasti fermi al palo e senza introiti. Tra questi le autoscuole e a lanciare l’allarme è Confarca, Confederazione Autoscuole Riunite e Consulenti Automobilistici. “Siamo stati letteralmente abbandonati come categoria – dichiara Paolo Colangelo, presidente della Confarca – e ci troviamo in una situazione paradossale in cui i titolari delle scuole guida possono aprire al pubblico ma senza erogare i servizi al cittadino, con il rischio di non rientrare nemmeno nell’estensione della cassa integrazione”.

La nota arriva all’indomani della conferenza stampa del premier Conte per illustrare il nuovo DPCM per fronteggiare la fase-2. “Il codice Ateco per le autoscuole non è mai stato bloccato – ricorda Colangelo – quindi in teoria dal 4 maggio potremmo riaprire, ma il divieto di effettuare formazione e dunque di erogare i servizi non ce lo permette. È un vuoto legislativo che, da un lato, rischia di non farci rientrare nemmeno nell’estensione della cassa integrazione, e dall’altro di non poter lavorare perché il governo si è dimenticato di noi”.

Le richieste degli imprenditori

Per questo motivo i gestori delle autoscuole chiedono quanto prima delle delucidazioni in merito, a fronte di un blocco che ha messo in ginocchio settemila imprenditori e oltre trentamila addetti- Il rischio contagi nelle autoscuole è basso, e secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) soltanto il 4% dei contagi avviene sul luogo di lavoro”. I tempi e i modi della ripresa sono incerti mentre i costi fissi degli automezzi continuano a pesare sul bilancio aziendale. La categoria dunque chiede al governo e alle Regioni di consentire la riapertura e lo svolgimento adottando tutti i dispositivi di protezione indicati dalle autorità sanitarie.

Leggi anche -> Gomme auto: cosa fare dopo la fine della quarantena

“Da due mesi le autoscuole e i loro consorzi hanno veicoli fermi che comportano spese enormi”, spiega Rosario Risiti, titolare di un’autoscuola a Napoli. “Dobbiamo fronteggiare costi per i mezzi pesanti con rotture dovute all’inutilizzo. Inoltre ci sono le polizze assicurative che non possono essere sospese, come i costi per i ricoveri dei veicoli, i fitti e utenze varie. Nel momento in cui ripartiremo, per cominciare a fare esami trascorrerà almeno un altro mese per riprogrammare il tutto, considerando che stiamo vicino agli esami di maturità, i ragazzi difficilmente faranno l’esame per la patente, di conseguenza vuol dire incassare a settembre”.

Autostrada (photo Pixabay)
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Tags: autoscuola

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