Non si arrestano le polemiche a causa della resistenza della Ferrari ad andare incontro alle esigenze di team minori. Spietato il commento di Schumacher.
Se non vuole stare alle regole, allora è meglio che se ne vada. E’ più o meno questo il messaggio tranchant lanciato da Schumi Jr. alla Rossa.E’ inutile negarlo. Al momento il Cavallino non sta simpatico a nessuno nel paddock della F1. Prima c’è stata la storia dell’accordo sottobanco con la FIA per la presunta irregolarità del motore della vecchia SF90, adesso invece, a dare una mazzata non indifferente alla sua popolarità, ci ha pensato la strenua opposizione all’ulteriore riduzione del tetto di spesa.
Ciò che più sta dando fastidio all’ambiente, in sintesi, è l’apparente distanza della scuderia di Maranello dal concreto. Lei continua a reclamare un posto al sole in quanto creatrice e sviluppatrice di vetture, gli altri invece vorrebbero che scendesse dal piedistallo per confrontarsi a mani nude e alla pari con una realtà economicamente preoccupante che potrebbe a breve piegare anche i più ricchi.
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“La posizione della Ferrari è sgradevole e noiosa”, si è spinto ad affermare Ralf a Sky Germania. “Davanti a noi abbiamo solo incertezza e perfino i top team stanno mettendo tutto in discussione”.
“Il Circus di oggi è troppo costoso, per cui se l’equipe modenese non vuole accettare il budget cap, tanto vale che lasci”, la frecciata del tedesco seguita al suggerimento di abbassare l’asticella dai 175 milioni inizialmente fissati dalla Federazione per il 2021, ad addirittura 100 milioni. Una cifra ben più bassa degli accomodanti 145 di compromesso che il vertice rosso continua però a rifiutare.
“Quando debuttai con la Jordan nel 1997 potevamo spendere al massimo 40 milioni di dollari e tutto funzionava ugualmente e ci si divertiva”, la chiosa polemica.
Chiara Rainis