Per il Presidente della FIA Jean Todt il 2020 potrebbe essere l’ultimo della F1 per come l’abbiamo conosciuta e svela il possibile scenario futuro.
L’apocalisse è alle porte. Il dirigente francese non esclude questa possibilità. Il timore che il Circus e il suo mondo dorato si dissolvano nel nulla stritolati dalla crisi legata all’emergenza Coronavirus si stanno facendo sempre più forti e concreti. Nelle scorse ore è stato reso noto il prolungamento fino ad inizio giugno della chiusura delle fabbriche, ciò significa che, al di là dell’ottimismo del CEO di Liberty Media Chase Carey, tutto pare essere sempre più nebuloso e scricchiolante.
Circa lo sviluppo del campionato, molto dipenderà dalle decisioni dei singoli governi nelle prossime settimane, in ogni caso questo attendismo sta costando parecchi denari ai team iscritti al mondiale. Più di insiste nella sosta, più i pericoli aumentano. In pratica, non entrare in azione potrebbe portare alla scomparsa di intere realtà.
Di questo ne è consapevole anche l’ex navigatore rally che dallo scranno federale ha lanciato un grido di allarme. Inevitabile, infatti, che la mancanza di proventi possa andare a peggiorare la situazione di squadre già compromesse. Un esempio su tutte la Williams, che ormai da tempo va avanti a piloti paganti. Ma non è neppure da escludere la fuga dei grandi costruttori, immobilizzati e indeboliti da un netto calo delle vendite dei veicoli stradali.
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A questo proposito segnali negativi li ha già dati il DTM, da cui uscirà uno dei grandi pilastri, ovvero Audi.
Dunque, per Todt se si vorrà ancora assistere a dei gran premi bisognerà intervenire in maniera pesante sul budget cap, snaturando però quella che è sempre stata considerata la massima serie a ruote scoperte.
“Potrebbero essere necessarie riduzioni nell’ordine dei 50 milioni di dollari, ma ciò porterebbe alla nascita di una F1 inedita. Una sorta di Super Formula 2”, l’inquietante pensiero dell’ex manager Ferrari.
Chiara Rainis