Carlo Fiorani ha raccontato un bel retroscena sul mancato approdo di Jonathan Rea in MotoGP nonostante una proposta di contratto sul piatto.
Carlo Fiorani è una vera e propria istituzione all’interno del paddock del Motomondiale. Tante le esperienze motoristiche vissute, ma in particolare la sua carriera è legata a doppio filo alla Honda. Attualmente ricopre la carica di Direttore comunicazione Honda Racing e durante gli anni ha affiancato campioni come Valentino Rossi, Biaggi, Stoner e Marquez.
Durante una video-intervista con i colleghi di “Moto.it” Fiorani parlando dei tanti fuoriclasse con i quali ha lavorato ha così raccontato: “Devo dire che i campioni con cui ho lavorato come Valentino, Biaggi, Marquez e Hayden sono tutti personaggi fuori dalla norma. Una cosa che ho notato è che il campione si vede che è diverso dagli altri, è sempre una persona molto intelligente. Non ho mai conosciuto un campione che fosse per così dire normale”.
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Fiorani: “Hayden ci manca tanto”
Naturalmente il manager italiano ha voluto ricordare in particolare Hayden, con il quale tutti nel team avevano un rapporto speciale: “Nicky era una persona amabilissima, sempre molto sorridente e solare. Aveva tanti interessi, gli piaceva tanto la musica ed era interessato alla moda e ai nuovi trend. Da buon americano era anche sempre molto attento alle nuove filosofie di pensiero. Lui è una persona che ci manca tanto e non ci diamo ancora una ragione per quanto accaduto”.
Infine Fiorani ha parlato di un curioso retroscena: “Rea è un altro di quei piloti che ha un approccio particolare nel box. Si sente il suo carisma. Lui è appassionato veramente di moto. Viene da una famiglia di piloti, anche il padre faceva questo. Per lui il motociclismo è una filosofia di vita e la gente lo sente. Mi sarebbe piaciuto che fosse rimasto in Honda, purtroppo a quei tempi ci fu una conversazione molto onesta tra di noi. Mi chiese se stava arrivando la moto nuova, gli dicemmo di no e lui decise di andare. A me è dispiaciuto che non è andato in MotoGP. All’epoca gli fu fatta una buona offerta. Gli volevano dare la moto di Gresini, con l’accesso attraverso il team satellite e lui non accettò perché voleva solo la moto factory, ma in quel momento non c’era lo spazio. Io sono sicuro che dopo 1-2 anni sarebbe sicuramente passato nel team ufficiale facendo una grande carriera anche in MotoGP“.
Antonio Russo