Alejandro Agag, fondatore e amministratore delegato della Formula E, dà al suo campionato e alla Formula 1 il 50% di probabilità di correre nel 2020
La Formula 1 ha il 50% di probabilità di riuscire a disputare il Mondiale 2020, e dunque un altro 50% di vedere cancellata definitivamente la stagione. Questa, almeno, è l’opinione di Alejandro Agag, fondatore e amministratore delegato della Formula E, che ha fornito cifre simili anche per la propria serie.
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Entrambi i campionati puntano a ripartire a luglio dopo l’emergenza coronavirus: per la F1 si tratterebbe dell’inizio vero e proprio, a seguito del rinvio o della cancellazione di ben dieci Gran Premi, mentre per le competizioni elettriche della ripresa dell’annata cominciata a novembre e che finora è stata costituita da cinque gare.
Agag segue la strada della Formula 1
Agag concorda con la strategia che attualmente stanno seguendo i suoi omologhi americani della Liberty Media: quella di puntare a un semaforo verde con il Gran Premio d’Austria del 5 luglio, naturalmente a porte chiuse. “Penso che sia la cosa giusta”, ha commentato ai microfoni dell’agenzia di stampa Reuters. “Noi stiamo cercando di fare lo stesso, di organizzare alcune gare senza pubblico. Immagino che abbiamo una chance del 50%, sia loro che noi”.
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La Formula E rispetto alla Formula 1 ha un vantaggio in termini logistici e di maggiore flessibilità per il calendario, che se necessario potrebbe arrivare fino a settembre per disputare le poche gare che mancano a validare la stagione. Ma i problemi legati alle restrizioni ai viaggi e alle misure di distanziamento sociale restano invece gli stessi.
“Cercheremo di disputare almeno altre due o tre gare su circuiti chiusi”, prosegue Agag. “Credo che sarà possibile nel mese di agosto, ma chissà. Credo che al 90% saranno tutte gare in Europa, abbiamo ancora un’opzione fuori dal Continente che stiamo considerando, ma decideremo più avanti. Però non sappiamo ancora se i confini saranno aperti, se ci imporranno periodi di quarantena all’ingresso dei Paesi. Cercherò di fare la stessa cosa della Formula 1, ma non sono sicuro se sia percorribile”.