I benzinai annunciano lo sciopero delle aree di servizio in autostrada il 13 e 14 maggio. I gestori parlano di impegni non mantenuti dal governo.
Dopo il lungo tira e molla nel periodo di lockdown tra benzinai e governo, stavolta i gestori degli impianti sembrano fare sul serio. Il 13 e 14 maggio resteranno chiuse le stazioni di servizio in autostrada. Dopo “nove settimane di prese in giro”, “di impegni non mantenuti, di promesse lasciate cadere nel vuoto, di retromarce imbarazzate e infine di silenzi ingiustificabili”, le organizzazioni Fegica Cisl e Figisc/Anisa Confcommercio hanno proclamato lo sciopero della intera categoria.
Dovrebbe essere solo la prima di una serie di mobilitazioni qualora non dovessero arrivare risposte rassicuranti dal governo. “I gestori – si legge in una nota delle organizzazioni – non chiedevano altro che condividere responsabilità e oneri con il Governo e l’intera filiera composta da tanti soggetti economici -concessionari autostradali primi fra gli altri- con ben altra solidità ed una incommensurabilmente maggiore remunerazione”.
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In questi ultimi due mesi i benzinai hanno dovuto davvero stringere i denti, vedendo calare gli incassi di oltre il 60%, per qualcuno le perdite hanno toccato punte del 90%. Per molti giorni tantissime stazioni hanno registrato pochi euro di incasso. “A nulla è valso resistere pazientemente e stringere i denti in tutto questo periodo, moltiplicando appelli e sollecitazioni. Ora, con il termine della fase acuta dell’emergenza, avendo in tutta coscienza adempiuto interamente alla responsabilità di cui è fieramente portatrice, la categoria non ha altra risorsa che tornare ad agitare gli strumenti della protesta, a sostegno delle proprie legittime rivendicazioni”.
Fegica Cisl e Figisc/Anisa Confcommercio si dicono certe che i cittadini italiani “comprendano le loro giuste motivazioni, che sono poi quelle che similmente agitano anche moltissimi di loro”.
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