Paul Hembery, ex responsabile della Pirelli in Formula 1, crede che la stagione 2020 sarà cancellata e che l’automobilismo debba guardare al futuro
La Formula 1 si è detta pronta a ripartire con il Gran Premio d’Austria in programma dal 3 al 5 luglio prossimi. Ma nel paddock circola anche un grande scetticismo rispetto agli ambiziosi programmi annunciati dagli organizzatori della Liberty Media.
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A dar voce a questa versione pessimistica è stato Paul Hembery, ex responsabile dei gommisti della Pirelli fino al 2015, il quale dubita molto che la F1 riesca a disputare i 15-18 Gran Premi che ha in progetto. Anzi, per lui la strada più giusta sarebbe stata quella di cancellare completamente la stagione e concentrarsi su un profondo rinnovamento di questo sport.
Il futuro del massimo campionato automobilistico, al momento, dipende infatti da questioni che non sono sotto il controllo dell’organizzazione. “Come si può fare un annuncio con così tante incertezze?”, ha dichiarato Hembery ai microfoni del quotidiano sportivo spagnolo Marca. “L’Europa è bloccata, perciò qualsiasi idea di correre a luglio sarebbe sciocca. La F1 avrebbe dovuto comunicare la cancellazione della stagione e poi lavorare ad un piano B. Si tratta di soldi e di sopravvivenza, proprio come per qualsiasi altra azienda: la F1 non è immune”.
Prosegue l’ex boss della Pirelli: “La F1 è uno sport multinazionale e multiculturale, che anche in forma ridotta richiederebbe di far spostare migliaia di persone in giro per il mondo. In Australia hanno sfiorato un disastro. La soluzione al problema potrebbe essere l’introduzione di un vaccino adatto, ma siamo molto lontani da averlo a disposizione. Forse la F1 lo sa. Non ci sono quasi speranze di far avvenire questo calendario”.
Hembery prosegue affermando che, anche se i team supereranno questo periodo, c’è il forte rischio che le grandi multinazionali dell’automobile decidano di concentrarsi sulla produzione di vetture di serie e dunque scelgano di non proseguire il loro impegno nelle corse. “I costruttori potrebbero ritirarsi per ridurre i costi”, afferma. “I loro contratti con la F1 sono in scadenza, perciò quando i vertici cercheranno di risparmiare 300 milioni, potrebbero decidere di uscire dalla Formula 1”.
Ma ogni crisi nasconde anche un’opportunità: quella del Mondiale a quattro ruote è di riconsiderare le regole per intraprendere un modello più sostenibile. “La F1 ha la possibilità di costruire uno sport più attraente e finanziariamente sostenibile, che porti più interesse agli spettatori e metta i piloti al centro”, conclude Hembery. “Tuttavia, ci vorranno grande visione e grandi soluzioni. Non sarà facile, per nulla bello, ma bisogna affrontare i problemi con onestà e trasparenza”.
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