Per l’ex pilota Bruno Giacomelli Michael Schumacher è stato in grado di vincere tanti mondiali solo per merito delle auto.
Una cosa è certa, la F1 di oggi è lontana anni luce da quella di un tempo quando i piloti erano chiamati eroi, sempre pronti ad andare un po’ oltre il limite e soprattutto, sanguigni, reali, non edulcorati dalle ossessive lezioncine degli addetti stampa.
Ne sa qualcosa il celebre portacolori della vera Alfa Romeo, il quale, facendo una carrellata dei big della categoria ai giorni nostri, ha praticamente bocciato tutti e senza giri di parole.
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“Uno come Verstappen, se avesse guidato le macchine che ho guidato io negli anni ’80 sarebbe morto tre o quattro volte. Però non è successo”, ha buttato lì nel corso di una conversazione video con Motorsport.com, mostrandosi pungente sia verso uno sport non più pericoloso come nella sua epoca d’oro, sia verso chi nell’abitacolo ama l’azzardo, a tratti sconsiderato.
Non contento il 67enne ha aggiunto carico rivolgendolo a Lewis Hamilton, leader incontrastato del Circus dei giorni nostri. “Il fatto che abbia conquistato oltre 80 pole position mi fa un po’ ribrezzo. Forse nelle altre categorie te la puoi ancora giocare, ma nella massima serie, ormai, se non possiedi una monoposto competitiva non vai da nessuna parte. Mercedes e Ferrari sono di un altro mondo, poi in qualche occasione si inserisce la Red Bull, ma le altre squadre sono indietro anni luce”.
Agganciandosi al tema del mezzo come strumento indispensabile per avere successo nell’automobilismo, Giacomelli ha tirato una bordata finale a Michael Schumacher. “Ha vinto più di Fangio, però l’argentino lo fece con più marchi. Inoltre quando rientrò con le Frecce d’Argento, non potendo contare su una vettura superiore, il tedesco non concluse nulla”, la severa riflessione.
Chiara Rainis