Già molto aspro nei confronti della Ferrari sul tema budget cap, la McLaren affonda un altro colpo per quanto riguarda le vetture clienti.
Come più volte abbiamo riportato nei giorni scorsi, accanto alla questione del tetto di spesa che, a quanto pare dovrebbe essersi risolto con una prima tranche fissata a 145 milioni di dollari, per poi scendere a 130 dal 2022, ha cominciato a farsi largo quella delle auto clone.
Avanzata dal boss della Red Bull Christian Horner, la proposta voleva rappresentare una sorta di salvagente lanciato per salvare le piccole realtà del Circus, annaspanti per le conseguenze economiche legate all’emergenza Coronavirus.
Rimasto ammaliato dal fascino dell’idea lanciata dall’inglese, il team principal della Rossa Mattia Binotto si era da subito mostrato disponibile a fare la sua parte, a patto però di non comprimere troppo il budget a disposizione per la progettazione e lo sviluppo delle auto.
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Il dente avvelenato della McLaren
E qui ovviamente l’ingegnere nato in Svizzera ha prestato il fianco al CEO di Woking, per qualche oscuro motivo, ormai da qualche mese, critico scatenato nei confronti del Cavallino.
“Direi che se andassimo in quella direzione, ossia quella delle vetture clienti, trattandosi di mezzi vecchi di un anno che sarebbero buttati via, penso che i big dovrebbero donarli”, ha affermato pungente Zak Brown a Motorsport.com. “Non c’è nessun costo per loro. Sono già in ordine per quanto riguarda l’evoluzione e i pezzi di ricambio, quindi dovrebbero concederli senza farli pagare”.
Non contento il manager americano ha tirato una bordata pure alla Mercedes e alla cosiddetta “Mercedes Rosa“, alias la Racing Point.
“Tutti parlano del dna della F1, ovvero che ognuno dovrebbe costruirsi la propria monoposto, penso invece che qualcuno si sia già spinto al limite su questo fronte dedicandosi alla macchina di qualcun altro più che alla propria”, la frecciata conclusiva.
Chiara Rainis