Nella F1 del tutti contro tutti il boss Red Bull Christian Horner insinua dubbi sulla Ferrari e sulla sua onestà per quanto riguarda il budget cap.
L’emergenza Coronavirus non ha certo reso i team principal del Circus più buoni. Da quando è stata cancellata la gara inaugurale di Melbourne se ne sono dette di tutti i colori e per qualsiasi argomento.
Oggi vi riportiamo l’ultima sentenza partorita dal boss della scuderia energetica in materia di tetto di spesa. Facendo un veloce riepilogo, secondo quanto stabilito da Liberty Media e FIA ma non ancora ratificato formalmente, nel 2021 la cifra sarà fissata a 145 milioni per poi scendere a 140 milioni nel 2022 e infine a 135 nel 2023.
Secondo il marito di Ginger Spice ci sarebbe un motivo oscuro dietro l’accettazione da parte del Cavallino di tale provvedimento. Se infatti fino a poco tempo fa il responsabile della squadra di Maranello Mattia Binotto era il principale oppositore dell’entrata in vigore della riduzione delle risorse, motivando simil comportamento con l’esigenza di tutelare i tanti lavoratori che in fabbrica si occupano di ricerca e sviluppo, non è chiaro il perché in un attimo sia tutto cambiato.
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“Ho rilevato un certo opportunismo”, le parole sibilline di Horner riportate da F1i.com. “Ognuno utilizzerà le somme che si può permettere, tuttavia siccome nessuno dispone della stessa tipologia di struttura sarà impossibile fare dei controlli accurati”.
“Ad esempio la Ferrari pubblica un rendiconto soltanto circa l’insieme delle sue attività relative sia alla produzione, sia alla F1. Dunque, come si potrebbero mai effettuare delle distinzioni tra le due realtà?”, la domanda retorica e pungente che sembra voler ipotizzare qualche possibile trucchetto.In soldoni, per il manager inglese, se il conto è unico e di conseguenza vi è l’impossibilità di analizzare nel dettaglio la spesa, la Casa di Modena potrebbe dichiarare di utilizzare un tot per la massima serie che non corrisponde al reale ma che è perfettamente in linea con le richieste federali.
Chiara Rainis