I piani della Formula 1 per la stagione 2020: alcune piste potrebbero ospitare doppi Gran Premi e altre, nuove, potrebbero rientrare nel Mondiale
Pur di salvare la stagione 2020, e un calendario più nutrito possibile, la Formula 1 è disposta ad esplorare “tutte le opzioni”, come ha rivelato il patron Chase Carey. Compresa quella di ripescare circuiti precedentemente tagliati fuori dal massimo calendario a quattro ruote.
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“Stiamo lavorando senza sosta da dopo il Gran Premio d’Australia”, ha spiegato l’amministratore delegato di Liberty Media nel corso della videoconferenza in cui sono stati discussi i risultati di bilancio del primo trimestre, dove i ricavi sono crollati dell’84%. “Siamo attivamente coinvolti con i nostri organizzatori locali per mettere insieme un potenziale calendario 2020. E stiamo discutendo anche con alcune piste che non sono attualmente in calendario”.
I circuiti che puntano a rientrare in Formula 1
La lista dei candidati è lunga. In pole position sembra esserci Hockenheim, sia per la sua vicinanza all’Inghilterra, dove hanno sede la maggior parte dei team, ma anche per il progressivo rilassamento delle misure precauzionali che il governo tedesco sta operando: tanto che già nel corso di questo mese, seppur a porte chiuse, ripartiranno le partite del campionato di calcio di Bundesliga.
Altri circuiti disposti ad ospitare Gran Premi senza spettatori sulle tribune sono la nostra Imola e Portimao, in Portogallo. Poi ci sono le piste già previste in calendario che potrebbero raddoppiare: a partire dal Red Bull Ring in Austria, dove si dovrebbe inaugurare l’annata nei due weekend del 4-5 e dell’11-12 luglio.
Ma si corre oppure no?
Anche la nostra Monza è disponibile ad ospitare un analogo doppio appuntamento: “Non abbiamo la sfera di cristallo per sapere cosa accadrà a inizio settembre”, ha ammesso il presidente dell’Automobile club d’Italia, Angelo Sticchi Damiani. “Speriamo che l’emergenza sia finita, speriamo in un miracolo, ma oggi ci prepariamo ad un Gran Premio a porte chiuse”.
Tutti progetti, naturalmente, perché Carey è il primo a mettere le mani avanti: “non ci sono garanzie”, e addirittura esiste “la remota possibilità che non si corra affatto nel 2020”. La pandemia di coronavirus non è ancora sconfitta: né nel mondo, né tantomeno in Formula 1.